“Si trattava solo di incardinare il testo e probabilmente si sarebbe discusso del calendario dei lavori. Bastava qualunque sottosegretario, con qualunque delega, anche il sottosegretario allo sport”. Così il capogruppo Pd in commissione Giustizia Alfredo Bazoli, sulla sconvocazione delle commissioni riunite sul fine vita per “improvvisa indisponibilità del governo”. “Non conosciamo il motivo vero ma se la sconvocazione non viene seguita da una convocazione a strettissimo giro, ad esempio domani, e invece ci obbligano a perdere una settimana o più sarebbe inaccettabile. Un ostruzionismo del governo rispetto a un provvedimento su cui il Parlamento ha l’obbligo di intervenire”, puntualizza Bazoli. Intanto, perché è stato usato uno “strumento del Regolamento del Senato che obbliga entro tre mesi ad esaminare quella proposta di legge” delle opposizioni. E poi, ricorda, poiché “c’è un obbligo etico, politico e giuridico perché la Corte Costituzionale con la sentenza Cappato chiede” di legiferare. Tra i due testi del Pd, uno a prima firma Bazoli e l’altro a prima firma Parrini, sono complementaria: “Parrini – spiega – affronta un tema leggermente diverso perché parla della sedazione palliativa profonda ed è un modo per allargarla, il testo sul tema vero, il suicidio assistito, è quello a mia prima firma che è sottoscritto da tutti i componenti del Pd”. Più problematica una convergenza con gli altri due testi, di M5S e Avs che trattano invece l’eutanasia: “come relatore nella scorsa legislatura e redattore del testo approvato dalla Camera facemmo la scelta di non affrontare il tema dell’eutanasia, altamente e ulteriormente divisivo, e di concentrarci su quanto già oggi è entrato nell’ordinamento attraverso la sentenza della Corte sul suicidio assistito. Ha molto più senso oggi concentrarsi su questo”, conclude Bazoli. Cos 20240326T152810Z


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