“L’intervista di Mollicone conferma che ha ragione Bolognesi: una parte della destra oggi al governo è ancora quella di 30 anni fa, negazionista, ambigua, pericolosamente revisionista sulle responsabilità storiche e politiche del neofascismo italiano. Invece di avventurarsi in fantasiose e risibili ipotesi sulla strage di Bologna, chiederei a Mollicone di spiegare perché tutti gli stragisti italiani passarono dal Movimento sociale italiano, spesso con posizioni di rilievo? Perché la gran parte di loro aveva fatto parte di Ordine Nuovo, corrente del Msi di cui era leader Pino Rauti? Perché lo stragista Maggi fu candidato nelle file del Msi due anni prima di organizzare la strage di Piazza della Loggia? Perché questa destra che si vanta di affondare le sue radici nel Msi non ha mai fatto i conti, non ha mai detto una parola su queste responsabilità politiche? Per questo il revisionismo di Mollicone non solo è irricevibile, ma risulta ambiguo e inquietante. E gli suggerirei di non tirare in ballo il ministro della giustizia. I magistrati in Italia sono autonomi e indipendenti, non obbediscono al potere esecutivo. Almeno fino a quando non sarà approvata la riforma della giustizia tanto perseguita da questo governo”. Così in una nota Alfredo Bazoli, senatore del Pd.
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