Che volete che sia, si dice, un saluto romano, un richiamo nostalgico al fascismo? In fondo si tratta di sparuti gruppuscoli, di minoranze un po` estremiste e folcloristiche che danni non ne fanno: il fascismo è il passato, non torna, guardiamo avanti, che senso ha aver paura di pochi fanatici che ripetono gesti e simboli di una vicenda storicamente conclusa nel 1945? Siccome ogni volta tocca sentire questi argomenti, che tentano in maniera un po` grossolana di pizzicare le corde del buon senso, è bene ribadire invece le ragioni per cui indignarsi fa bene alla democrazia, e farebbe bene anche alla destra di questo paese. E evidente che il fascismo non è dietro l`angolo, che non ci sono oggi le condizioni per una deriva che porti verso un regime del tipo di quello che abbiamo vissuto un secolo fa. Sarebbe sciocco pensarlo, ed è anche un po` banale imputarlo a chi si indigna. Il fascismo come storicamente si è affermato nel nostro paese è morto con Mussolini, per fortuna. Ma non è mai morta l`ideologia che ne era alla base, e che non per caso ha fatto da brodo di coltura, negli anni 70 e 80 del secolo scorso, al terrorismo neofascista che a colpi di stragi ha condizionato pesantemente l`evoluzione democratica del nostro paese. Per questo quando in Italia, nel 2024, si tengono all`aperto e in pubblico manifestazioni con decine di persone che, come in questo caso, evocano i simboli e si ispirano a un movimento politico che della negazione della libertà e della democrazia ha fatto il vessillo, che è cresciuto e prosperato sulla violenza politica, che ha sostenuto e attuato le leggi razziali e le deportazioni, che ci ha portato alla guerra, che ha alimentato il terrorismo nero e stragista in epoca repubblicana, allora il livello di sensibilità e di reazione delle istituzioni e delle autorità misura né più né meno che la saldezza e la solidità della nostra democrazia. L`indignazione che spontaneamente scaturisce a fronte di manifestazioni così sfrontate come quella della commemorazione dei morti di Acca Larentia è figlia dunque dell`attaccamento alla nostra libertà, ai principi costituzionali su cui si fonda la nostra repubblica, alla difesa delle nostre istituzioni democratiche. Per questo una risposta tiepida delle autorità segnala viceversa un problema, anche ove fosse dovuta a una colpevole sottovalutazione dei segnali che quelle manifestazioni lanciano. E la circostanza che in passato tutto ciò sia già accaduto, perfino quando al governo c`erano partiti di centrosinistra, non è un argomento serio per derubricare la questione, o per ritenere che oggi venga agitata strumentalmente. Perché il partito di chi oggi governa il paese ha nel suo simbolo la fiamma tricolore, cioè l`emblema del MSI che fu guidato per lunghissimo tempo da un leader che si dichiarava orgogliosamente fascista, e da cui transitarono molti militanti che finirono poi per ingrossare le fila dei tanti movimenti neofascisti italiani. È dunque naturale che vi sia una particolare attenzione alle reazioni che il nostro attuale governo riserva a questo genere di manifestazioni, perché anche da questi piccoli segnali si misura la maturazione politica della destra oggi egemone del nostro paese. Chiedere dunque a Giorgia Meloni e agli altri esponenti di destra di questo governo una condanna netta, senza infingimenti, di questi episodi, chiedere una pronta reazione al ministro e alle autorità preposte alla vigilanza dell`ordine pubblico e della sicurezza, non significa speculare politicamente su una vicenda insignificante, o spostare l`attenzione dalle cose che contano a cose futili. E non significa nemmeno pretendere abiure da una storia o da un passato figlio di condizioni così diverse da quelle di oggi. Significa invece chiedere di mostrare empatia con la nostra repubblica e le nostre istituzioni, e offrire una occasione per dimostrare che gli anni non sono passati invano, che oggi la destra italiana è sufficientemente matura da consentire una netta presa di distanza da atteggiamenti, comportamenti e simboli che richiamano una ideologia che non solo è incompatibile con le istituzioni democratiche del nostro paese, ma che ha armato i terroristi neofascisti e stragisti nella stagione buia della strategia della tensione.


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