“Nel Mezzogiorno non si doveva arrivare a questo punto.
Tutti gli Osservatori indipendenti avevano avvertito, per tempo, sulla necessità di proseguire il lavoro avviato, per rafforzare e implementare i risultati raggiunti. Basta scorrere i Rapporti Svimez per sincerarsene.

L’Italia non cresce se non cresce il Sud. E infatti il paese è fermo, pericolosamente fermo.
Noi avevamo parlato di uno sviluppo a trazione meridionale, di Mezzogiorno centrale nella strategia di rilancio del sistema-paese.
Oggi i dati di Confindustria restituiscono un quadro a dir poco allarmante, disoccupazione giovanile da capogiro, uno stop inaspettato anche nell’export.

A questo punto non si può rispondere con pannicelli caldi, con misure frammentarie, con discorsi retorici. Con balbettii politici come quelli della Ministra Lezzi. Avevano avuto in eredità una strategia per il Sud, l’hanno disintegrata, distruggendo un lavoro paziente e rigoroso.

Il Sud è la vera priorità del paese, non l’autonomia differenziata. La priorità è colmare il divario, mentre il risultato di quest’anno di governo è che tutti i divari sono aumentati.

Sono necessarie politiche integrate e imponenti. Investimenti. Politiche per l’occupazione e il lavoro, per la formazione e l’innovazione, per il rafforzamento del sistema d’impresa, per la nascita di nuove imprese, per la rigenerazione fisica e sociale del territorio, per infrastrutture e logistica. Lo facciano adesso, o sarà il disastro”.


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