“Luigi Di Maio lancia un messaggio devastante a tutto il mondo dell’agricoltura. Per qualche voto in più liscia il pelo a chi non vuole rispettare le regole”. La senatrice Pd Teresa Bellanova si schiera in difesa della legge sul caporalato. L’ex viceministra dello Sviluppo economico, con un passato da bracciante e sindacalista, tiene molto a quella legge approvata nel 2016.
Onorevole, pare che il vicepremier Di Maio abbia puntato la legge sul caporalato: non va bene, bisogna sbrurocratizzarla e verificare se sta colpendo anche ‘chi si comporta bene’. Che ne pensa?
“Penso che Di Maio debba ricordarsi ogni tanto, tra uno spot e l’altro, che è anche ministro del Lavoro ed è nelle sue competenze far rispettare quella legge per intero. Sei mesi fa è venuto in Puglia dicendo che era una buona legge. Ora torna e dice che vuole cambiarla. Non può dimenticare che meno di un anno fa a Foggia ci sono stati due incidenti che hanno provocato prima quattro e poi 2 morti. Non può dimenticare che una cittadina di nome Paola Clemente è crepata in un campo per la fatica del lavoro. La legge sul caporalato è una legge di civiltà”.
Intanto il messaggio lanciato da Di Maio sembra andare nella direzione indicata da alcune associazioni di categoria. Per il presidente di Coldiretti Foggia, Giuseppe De Filippo, serve un ‘pit-stop della legge anticaporalato in tempi brevi e certi’.
“Serve far funzionare la legge e applicarla fino in fondo, ci sono risorse che non sono state destinate per quanto riguarda il problema abitativo. Tutti sanno che i ghetti in cui sono ammassate migliaia di persone si svuotano se ci sono soluzioni alternative. Stesso discorso sul problema del trasporto, strumento formidabile in mano ai caporali. Cosa aspetta Di Maio a convocare un tavolo per costituire linee di trasporto alternativo?”
Ma c’è qualcosa che non ha funzionato nella legge?
“Certo, non è stata completata la sua applicazione, dalla questione dei trasporti a quella degli alloggi. E un’altra questione importante è la regolarizzazione dei rapporti di lavoro”.
Intanto è ripartita la campagna dei pomodori.
“Guardi, il caporalato non si ferma mai. Purtroppo quello che si è fermato è il tavolo presso il ministero del Lavoro”.
Prima citava Paola Clemente. Nella provincia in cui viveva, la Bat, non è stata fatta neanche una riunione del tavolo di coordinamento sul fenomeno del caporalato. Un pessimo segnale non crede?
“Esattamente, segnale pessimo del quale Di Maio dovrebbe farsi carico perchè la rete del lavoro agricolo di qualità deve essere coordinata dal ministero”.


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