“I dati diffusi stamane dall’Osservatorio REI dell’Inps dicono una cosa sola: quella misura, include le modifiche attuate in corso d’opera, sta funzionando. Dovevano solo rafforzarla e implementare le risorse destinate, così da raggiungere e sostenere tutte le famiglie in condizioni di povertà e fragilità sociale. Con un grande sforzo rivolto espressamente alle amministrazioni pubbliche per potenziare gli organici dei Comuni impegnati nei Servizi sociali, le antenne territoriali più sensibili a contatto con i veri bisogni delle persone. La riorganizzazione dei Centri per l’impiego doveva correre di pari passo.
Questo era esattamente quello che noi avevamo iniziato a fare, attivando un segmento espressamente dedicato alle politiche attive del lavoro, che sono cosa ben diversa dalle politiche di inclusione sociale come peraltro testimonia l’incremento della ludopatia nel nostro Paese.
Non a caso l’Alleanza contro la povertà, dove si ritrovano realtà e persone concretamente impegnate sui territori e realmente competenti, sollecitava misure ad hoc, non sovrapposizioni.
A quel punto, senza modificarne la sostanza e gli obiettivi, avrebbero anche potuto cambiargli nome, noi non ci saremmo di certo offesi. E soprattutto questo Paese non avrebbe perduto un anno in chiacchiere e, magari, avrebbero anche impiegato il tempo ad affrontare questioni serie come sostegno a ricerca, innovazione, occupazione di qualità, politiche industriali.
Mentre oggi non sappiamo ancora cosa accadrà da aprile, né come saranno selezionate e con quali competenze le diecimila assunzioni tra personale e navigator che con contratti precari dovrebbero aiutare le persone a trovare lavoro a tempo indeterminato”.


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