«Questo governo sta orchestrando il delitto perfetto per incompetenza e calcolo elettorale. Quanto alla Regione, l’efficienza di un governo non si valuta sulla moltiplicazione degli incarichi. Se non si individua un nome condiviso, le primarie restano il modo migliore per scegliere il candidato governatore del centrosinistra nel 2020». Teresa Bellanova torna a parlare di governo e di Regione. La pasionaria dem, vicina a Matteo Renzi, attacca il governo giallo-verde su vari fronti, dall’Ilva alla gestione del Palagiustizia. Ma non risparmia critiche anche al governo regionale guidato da Michele Emiliano.
Senatrice, in queste ore torna alla ribalta il destino dell’Ilva di Taranto. Lei conosce bene la vicenda anche perché nella passata legislatura è stata viceministra allo Sviluppo economico nel momento in cui ArcelorMittal si aggiudicava la vendita dello stabilimento.
Quella gara è il delitto perfetto, come accusa il vicepremier Luigi Di Maio?

«Come è ovvio, assolutamente no. Il delitto perfetto lo sta orchestrando Di Maio: per incompetenza, cinico calcolo elettorale, irresponsabilità».
Intanto a Taranto si attende con ansia una svolta. I soldi nelle casse dell’Ilva sono quasi finiti. Anche i sindacati hanno perso la pazienza.

«L’amministrazione straordinaria ha ancora a disposizione, pare, 24 milioni. Fra 15 giorni le casse saranno vuote, mentre il governo non ha ancora detto come farà fronte economicamente al pagamento dei lavoratori e se sono in corso trattative con l’Europa circa eventuali messe in mora per aiuti di Stato che in quel caso potrebbero scattare. Nel frattempo Ilva continua a perdere un milione di euro al giorno. Questo procedere mette pericolosamente e irreversibilmente in discussione un intero sistema industriale e città simbolo per l’acciaio come Taranto, Genova, Novi Ligure».

C’è un altro tema che fa divampare la polemica fra Bari e Roma: quello del Palagiustizia di Bari. Dopo giorni di silenzio rispetto alle richieste di magistrati e sindaco Antonio Decaro di chiedere una proroga per la chiusura dell’immobile in via Nazariantz, il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, attacca duramente il sindaco, “reo” di aver fatto proprio quella proroga richiesta dagli stessi magistrati.
«Sono anni che Bari discute di un Polo della giustizia: il punto vero mi sembra questo. Il resto è una questione di evidentissima emergenza dove la filiera istituzionale, e mi riferisco al ministro, deve essere accanto alle istituzioni territoriali, peraltro non direttamente competenti sulla materia. Se il conflitto è tra diritto alla giustizia penale e diritto alla sicurezza, siamo al capolinea. La scelta di Decaro è saggia e obbligata».
In questi giorni fanno molto discutere le nomine di dirigenti fatte da Emiliano senza consultare i sindacati. Dal dirigente della salute dei pugliesi a quello della comunicazione istituzionale passando per il quinto consigliere di Emiliano. Aumentano i posti in giunta, ma i sindacati lo accusano di fare poco per la Puglia. È d’accordo?
«Non si tratta di essere d’accordo o meno con i sindacati. Semplicemente non credo proprio che le priorità siano la moltiplicazione degli incarichi. L’efficienza, l’efficacia e la qualità di un governo regionale si valutano su altro. Un altro che stenta ad affermarsi».
Il governatore da settembre deve anche tornare a riaffrontare un problema di stabilità politica della sua maggioranza. Dopo mesi di corteggiamenti ai 5 Stelle e allargamenti a destra, ora prova a ricucire con Sinistra italiana.
«Non seguo le capriole di Emiliano né le sue piroette. Sono una vecchio stampo, per me il governo della cosa pubblica è una cosa serissima».
Nell’ultima intervista a questo giornale proprio lei ipotizzò l’idea delle primarie per scegliere il candidato governatore del centrosinistra alle regionali del 2020. Pensa ancora che siano utili le primarie per le prossime regionali?
«O le coalizioni individuano unitariamente la miglior candidatura possibile o le primarie restano il modo migliore perché questo avvenga. Non ho cambiato idea».


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