“Forse siamo già alla centesima versione su quel che il reddito di cittadinanza in salsa Di Maio, 5Stelle e Lega, sarà o non sarà e immaginiamo che da qui a due settimane le scritture e le riscritture si moltiplicheranno a tutto vantaggio dell’approssimazione e della confusione: la Manovra insegna.
Le anticipazioni sul Decreto, che già circola per quote parti in forma discrezionale e viene anticipato ora qui ora lì dalle agenzie di stampa, sembrano puntare essenzialmente a tre obiettivi: creare un clima minaccioso intorno alla misura, il che la dice lunga su come 5Stelle e Lega considerano le persone in condizioni di fragilità sociale ed economica e di povertà; dissuadere chi è in condizione di vero bisogno dall’utilizzarlo; comprendere in corso d’opera le resistenze dell’alleato di governo o i rilievi critici degli Osservatori più autorevoli (in queste ore anche la Cgia di Mestre) da sempre scettici che questa misura, così come è stata annunciata, servirà veramente a contrastare esclusione sociale ed economica, per poter rispondere via fb. Una prassi del tutto irrituale rispetto ad una questione così seria come la povertà e l’inclusione sociale che conferma l’assoluta inadeguatezza e incompetenza del Ministro Di Maio&company.
Nelle ultime ore abbiamo infatti appreso che, a differenza di quanto affermato qualche settimana fa, superati i primi mesi sarà obbligatorio accettare anche offerte di lavoro oltre i 250km dall’abitazione di residenza e indipendentemente dalla loro natura, il che non farà che moltiplicare i disagi e rendere questa una misura ancora più inapplicabile e inesigibile, oltre che inaccettabile.
La verità che emerge è una sola, ed è devastante: chi governa non ha la più pallida idea di cosa sia il diritto alla cittadinanza e all’inclusione sociale né tantomeno il contrasto alla povertà. Né cosa sia necessario per sconfiggere la povertà nel nostro Paese.
E’ vergognoso definire e indicare, ancor prima di averla scritta, come saranno puniti eventuali furbetti.
Un modo inaccettabile di considerare i cittadini e ancor più gli uomini e le donne in stato di bisogno. Ecco perché era necessario, come abbiamo sempre detto, agire per potenziare e ampliare il reddito di inclusione per contrastare la povertà, e per rafforzare gli strumenti a sostegno dell’occupazione e della creazione di nuovi posti di lavoro. La verità è che per farlo bisogna avere in testa il Paese e sapere che significa governare”.


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