‘Sono basita. La Commissione Bilancio della Camera ha cancellato ancor prima che diventasse applicabile una norma semplice che permetteva alle imprese di piccole dimensioni, di risparmiare non meno di 30 – 40 milioni di euro all’anno, cifra che peraltro si equivale a gran parte dell’importo Imu sui fabbricati rurali strumentali e che la stessa legge di stabilità ha lasciato alle imprese’. Lo dichiara Maria Teresa Bertuzzi, senatrice del Partito Democratico e membro della commissione Agricoltura a Palazzo Madama. ‘Il Pd al Senato – continua – aveva approvato un emendamento proprio per abolire l’obbligo della pubblicazione per tutte le Pmi dell’elenco dei fornitori ai fini dell’Iva, coerentemente con le dichiarazioni con cui la politica si riempie la bocca tutti i giorni, ossia per promuovere la semplificazione come supporto più efficace e di sostegno al reddito delle imprese, a costo zero per la PA. Per questo era stato votato a larghissima maggioranza. Ne avrebbero beneficiato non meno di circa 700.000 imprese. Invece la Camera ora l’ha cancellato e non riesco a capire perché. L’elenco dei fornitori e dei clienti (il cosìddetto spesometro) reso obbligatorio anche per imprese con volume d’affari al di sotto di 7.000 euro, che sono proprio le imprese più piccole, è vissuto come un balzello inaccettabile, di cui incolpano il legislatore. La sua inutilità è comprovata, anche perché la tracciabilità sta nei documenti d’acquisto e non nel nome che pare su un elenco. In politica – conclude Bertuzzi – mi hanno insegnato che, per capire chi è responsabile di una decisione è chi ne trae beneficio. Sicuramente non sono le imprese, né i senatori che l’hanno sostenuto e votato. Questo dirò agli agricoltori quando mi chiederanno cosa è successo’.

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