“Il Documento di economia e finanza (DEF) appena varato dal Consiglio dei ministri certifica la crescita zero dell’economia italiana, con un netto peggioramento del deficit e del debito pubblico.
È l’ammissione nero su bianco del fallimento della legge di bilancio giallo-verde, quella che avrebbe dovuto “abolire la povertà” facendo del 2019, nelle improvvide parole del premier, un “anno bellissimo”.
Di bello, a dire il vero, nel DEF c’è assai poco.
La cosa più deprimente, però, sono le prospettive per il 2020 e il 2021: una crescita asfittica (poco sopra il mezzo punto percentuale, roba che al confronto I tanto vituperati anni dei governi PD erano da “boom” cinese…).
La differenza tra PIL tendenziale e programmatico è uno striminzito 0,1 per cento: è l’ammissione, da parte del governo Lega-5 Stelle, di non essere minimamente in grado di rianimare un’economia ormai in recessione:
Dulcis in fundo, le tasse.
Dopo giorni e giorni di can-can mediatico sulla mitica flat tax di Salvini (un costoso regalo ad una piccola minoranza di famiglie monoreddito benestanti), l’amara verità viene finalmente a galla: la “tassa piatta” nel DEF rimane un timido e mero enunciato politico, che fa capolino qua e là tanto per fare contento il Capitano.
I numeri, quelli nudi e crudi del DEF, raccontano una storia diversa: i saldi programmatici incorporano l’aumento dell’IVA (23 miliardi nel 2020, che salgono a 29 miliardi dal 2021).
L’IVA, insomma, fino a nuovo ordine aumenterà.
Con buona pace dei proclami propagandistici di Salvini e Di Maio”. Lo scrive su Facebook Antonio Misiani, senatore del Pd.


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