Il digitale, nella societa’ di oggi, “non puo’ piu’ essere considerato un comparto della nostra economia, ma tutta l’economia ormai e’ digitale perche’ la societa’ e’ digitale. Fin dall’inizio, i regolatori nazionali hanno arrancato nel normare quello che hanno sempre considerato un ‘mondo parallelo’ anziche’ il mondo reale, che si evolveva sempre piu’ rapidamente delle stesse norme. Con distorsioni sui mercati quasi mai normate per tempo”. Lo ha detto Francesco Boccia, senatore PD e fondatore di DigithON, intervenendo a Pescara all'”Abruzzo economy summit”. “In questo contesto, si sono create le condizioni per la nascita di monopoli in cui poche aziende hanno avuto un impatto sempre piu’ influente sulla vita dei cittadini e sul mercato – ha continuato il parlamentare -. Con due colossi come Usa e Cina, e una Russia che fa gioco a se’, l’Unione europea rischia di rimanere schiacciata. Sull’elusione fiscale dei big del tech, ad esempio, dopo anni e anni di dibattiti partiti dalla webtax italiana del 2013, poi cancellata da RENZI, siamo arrivati a una proposta Ocse condivisa solo quasi dieci anni dopo. Tempi inaccettabili per le diseguaglianze create e subite. Anche sulle criptovalute il regolatore si e’ dimostrato, ancora una volta, in ritardo senza mai investire su una capillare educazione finanziaria dei cittadini. Le persone che hanno perso i soldi su FTX o BlockFi sono coloro che hanno inteso il trading online come un ‘gratta e vinci’, una percezione sbagliata, creata spesso ad arte da una pubblicita’ selvaggia su web, tv e stampa. Negli ultimi giorni, dopo alcuni tweet di Elon Musk, e’ tornata al centro del dibattito la posizione di assoluto monopolio che ricopre Apple nella regolamentazione del suo App Store. La societa’ di Cupertino, infatti, applica delle policy molto stringenti nel processo di approvazione delle App che, a sua completa discrezione, possono essere tagliate fuori da un canale di distribuzione fondamentale per qualsiasi azienda dell’economia digitale”.

L’esponente del PD ha aggiunto: “E’ evidente che il confine tra ‘moderazione dei contenuti’ e ‘censura’ puo’ essere molto sottile e il regolatore deve evitare che tale potere, consolidatosi negli anni, sia utilizzato in maniera abusiva. A rendere ancora piu’ pericolosa questa concentrazione di potere e’ la fee che Apple applica alle transazioni effettuate attraverso le app che puo’ arrivare al 30% per aziende che hanno volumi importanti; e’ evidente che una politica del genere sia un grande ostacolo alla crescita di startup innovative nonche’ un abuso della posizione di predominio ricoperta da Apple. Nonostante non sia un problema che tocchi in maniera diretta gli utenti finali – ha concluso Boccia – i regolatori dovranno agire in fretta affinche’ si ristabiliscano condizioni di mercato piu’ eque a beneficio di chi crea un’ecosistema, i vari Apple o Google, e di chi porta valore in quest’ultimo, le startup e le aziende produttrici di software”.

Nel 2020, “quando con il governo Conte 2 negoziammo e ottenemmo dall’Europa i 209 miliardi del Piano nazionale di ripresa e resilienza, tra gli
obiettivi da raggiungere per avere le risorse c’era la
transizione digitale. Durante la pandemia Covid, infatti, il
divario digitale tra le diverse aree del Paese era stato
sempre piu’ evidente, a scapito ovviamente delle Regioni del
sud rispetto al nord e delle aree interne e di montagna
rispetto alle aree piu’ sviluppate. Oggi, dopo due anni, gli
obiettivi del Pnrr legati alla transizione digitale sono un
miraggio e con ritardi notevoli su banda larga e aree
grigie”. Lo ha detto Francesco Boccia, senatore del Pd e
fondatore di DigithON, intervenendo a Pescara all'”Abruzzo
economy summit”. “Noi vigileremo in Parlamento affinche’ gli
obiettivi vengano centrati e, soprattutto, che siano
mantenute le priorita’: Sud, aree interne e aree di montagna
– ha aggiunto il parlamentare -. Anche se questo governo di
destra sul digitale sembra piu’ guardare al passato che al
futuro. Basta vedere le norme che innalzano l’obbligo del
Pos a 60 euro, mentre a Londra il Pos viene utilizzato anche
per le offerte per strada. Piuttosto, facciamo una battaglia
comune in Parlamento per azzerare le commissioni delle
transazioni”


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