Francesco Boccia è contento, è stato appena eletto per acclamazione nuovo capogruppo del Pd al Senato, un voto «unitario, un bel segnale». Non lo preoccupa il malumore di parte della minoranza, non teme che questa “pax democratica” possa essere effimera come sempre accaduto nella storia del partito.
«Noi non abbiamo un padrone che impone tutto a tutti. Da noi una giovane armata di valori decide di candidarsi alla leadership e ci riesce». Insomma, «non c`è nessuna “pax democratica” perché non c`è nessuna guerra». Eppure Lorenzo Guerini parla di «forzature».
Perché non avete lasciato un capogruppo a Bonaccini?
«Non c`è stata nessuna forzatura. Semplicemente la segretaria non considera i capigruppo come merce di scambio ma ritiene che queste figure debbano assicurare continuità alla linea politica nazionale, collegata agli impegni che lei stessa assume nelle piazze, nel paese».
Però anche Schlein ha ammesso che ci sono nodi da sciogliere. Il partito “movimentista” e radicale riuscirà a tenere dentro anche gli elettori più moderati?
«Elly non ha in mente un partito movimentista ma ha in mente un Pd che sia una casa per i movimenti. Sono due cose diverse. Il Pd ha una storia che deriva dalla tradizione del comunismo italiano, da quella socialista e da quella cattolica democratica. Ma davanti abbiamo una nuova domanda politica che il Pd a guida Schlein interpreta coerentemente, da sinistra europea. Dobbiamo fare sintesi, senza fughe in avanti o ritirate tattiche. Non c`è nulla di radicale in questo, c`è una bussola: la difesa degli ultimi».
Prendiamo dei temi concreti. Lei dice: “Porteremo in Parlamento le istanze delle piazze”. Cioè in Francia stareste con chi manifesta contro l`aumento dell`età pensionabile?
«Ma le manifestazioni non si fanno per partito preso. Se questa maggioranza dovesse innescare un ciclo di riforme senza alcuna concertazione che andassero a colpire gli indifesi non avremo nessun tentennamento nel manifestare il nostro dissenso più determinato, sempre nell`ambito della legge. Sì, se toccano i più deboli non ci fermeremo al talk show».
I centristi di Calenda a Renzi restano vostri interlocutori o il dialogo sarà soprattutto con M5s, che peraltro sembra soffrire la vostra concorrenza?
«Le alleanze si fanno prima sulle visioni comuni e poi sui programmi. Non poniamo condizioni a escludere. Certo, a giudicare dalle posizioni critiche espresse da Calenda e Renzi mi sembra complesso… In Parlamento occorrerà uno sforzo di comprensione e dialogo per mettere in difficoltà la destra. Ci proveremo. Giuseppe Conte è una persona seria e intelligente: penso non ipotizzi alcuna concorrenza ma voglia solo aggregare quante più forze possibili. Mi sembra evidente che la posizione del Pd e quella ch M5 s abbiano punti di convergenza. Se mi permettete, credo d`averlo detto molti ma molti mesi fa e i risultati in alcune importanti amministrative ci hanno dato ragione. Vedremo».
Alle europee ognuno andrà per conto proprio, inevitabile una competizione con M5s…
«Il nostro obiettivo è diventare il partito di maggioranza che fa da magnete per tutte le forze politiche progressiste alternative alle destre. Non facciamo corse sugli altri». I diritti civili sono prioritari per Schlein, ma nel partito le sensibilità sono diverse. Come si garantisce la chiarezza che promette la segretaria senza lacerare il Pd? «Le diverse sensibilità sono una ricchezza. E noi vogliamo partire da ciò che ci unisce: il rispetto per la vita, un lavoro dignitoso per tutti, la libertà personale, la difesa del pianeta. Sono sicurissimo che una sintesi è possibile. Bisogna armarsi non tanto di pazienza, quanto di buona volontà». –


Ne Parlano