“Se dopo la sentenza della Corte costituzionale, un ministro, un segretario di partito, un intero gruppo dirigente è riuscito a dire che quella è stata una promozione, vuol dire che il tasso di sfrontatezza e ipocrisia è così alto da non vergognarsi di fronte a nulla. La Corte costituzionale ha smontato lo Spacca Italia perché l’autonomia è nella Costituzione, ma quando rafforza l’unità nazionale attraverso il principio di sussidiarietà”. Lo ha detto Francesco Boccia, presidente del gruppo del Pd, agli Stati generali della ripartenza, organizzati dall’Alma Mater di Bologna. “L’autonomia – ha proseguito Boccia – non si attua solo con il portafogli, cioé con l’articolo 116 comma 3, ma attuando tutti gli articoli dal 114 al 120 della Costituzione. Era questa la ragione per cui la Conferenza unificata approvò all’unanimità la nostra proposta avanzata con il Conte 2. Quel percorso diceva: partiamo dalle risorse per ridurre disuguaglianze, stimate non da Boccia ma dal servizio di bilancio della Camera e da altre autorità in 80-100 miliardi, per sanare le disparità in materia di sanità, scuola e tpl. E’ impossibile ridurre le disuguaglianze a invarianza di spesa. Poi c’è la questione dei Dpcm. Quando c’è stato il Covid la destra criticava l’uso dei Dpcm per esempio per le direttive sulle mascherine, che dovevano durare 20 giorni. Con lo Spacca Italia pretendevamo di stabilire con dpcm misure che duravano anni e che incidevano su questioni fondamentali come sanità, scuola, trasporto pubblico locale, assistenza agli anziani. La Corte costituzionale ha smontato la legge Calderoli in 7 interventi puntuali basati sulla Costituzione”.


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