‘Questa mattina il ministro Salvini ha
detto che ‘in Italia serve Starlink di Musk, troppe città con problemi
di connessione’. Al netto della gara dei ‘ruffiani per Musk’ tra
Salvini e Meloni, ci inquieta la superficialità del Governo italiano
su temi così strategici e delicati”. Così il presidente dei senatori
del Pd Francesco Boccia.
“In un colpo solo Salvini regalerebbe i dati sensibili italiani a
Musk, distruggerebbe aziende pubbliche e private del settore delle
reti, altererebbe sia il mercato wholesale degli operatori
all’ingrosso (da Open fiber a cui gli americani di KKR voluti dal
governo nell’affare Tim hanno girato le spalle) così come quello degli
operatori retail (TIM, Vodafone, Fastweb, WindTre, e tutti gli altri).
Tutto questo senza alcuna strategia o visione d’insieme. Fanno a gara
a chi svende più asset e posizioni strategiche distruggendo il Paese.
Prima KKR che uccide TIM e Open Fiber e ora, se questa ruffianata di
Salvini fosse vera, sarebbe il colpo di grazia sull’intero sistema”.
”Come Pd nelle scorse settimane abbiamo presentato una interrogazione
al governo proprio per approfondire la conoscenza dei rapporti
dell’esecutivo con l’azienda di Elon Musk. Vogliamo sapere quale sia
lo stato delle cose alla luce del fatto che Elon Musk tra qualche
settimana sarà un esponente del governo degli USA. Con la nostra
interrogazione, sottoscritta da tutto il gruppo Pd al Senato,
chiediamo se il governo italiano sia intenzionato a dare attuazione
alla proposta di Elon Musk, finalizzata a ridefinire alcuni capitoli
del Pnrr e ad assegnare a Starlink il compito di andare a coprire le
cosiddette aree grigie del Paese, dove la copertura a banda larga o
tramite fibra ottica è parziale o limitata”. “Nell’interrogazione -prosegue Boccia- si fa riferimento
alle notizie di stampa relative ‘a un accordo tra la Premier Meloni ed
Elon Musk che prevedrebbe appunto la revisione del Pnrr e
l’affidamento a Starlink della connessione delle aree grigie, laddove
la banda dovrebbe arrivare a 1 Giga. La Presidenza del Consiglio
avrebbe incaricato il ministero delle imprese e del Made in Italy di
occuparsi della proposta e Cassa Depositi e Prestiti sarebbe stata
informata della volontà del Governo di approfondire concretamente
questa possibilità’.
”Recenti studi sulla performance dei servizi Starlink in Italia –
continua Boccia – evidenziano tuttavia alcune criticità. Starlink non
rappresenta una sostituzione per la connettività in fibra, ma
costituisce una soluzione che risulta valida esclusivamente in aree
estremamente remote, dove l’accesso alla rete cablata è inesistente.
La velocità media delle connessioni internet è poco sopra i 100 Mbps,
paragonabile ad una connessione in fibra ottica misto rame (Vdsl). La
proposta di Starlink rischia quindi di far ‘bucare’ all’Italia gli
obiettivi di ‘Italia a 1 Giga’, tutto il Paese connesso a quella
velocità entro giugno 2026. Ciò comporterebbe inoltre l’ennesima
revisione del Pnrr, con scorporo di risorse in favore di Starlink e
l’abbandono dei progetti finalizzati alla copertura fisica delle ‘aree
grigie'”.
“Le conseguenze sarebbero la penalizzazione delle aree interne e il
mancato sviluppo delle reti ‘future proof’ in grado di soddisfare, su
tutto il territorio nazionale, il fabbisogno di connettività minima
per la fruizione di servizi di sempre più avanzati”. ”Per questo –
conclude Boccia – chiediamo al governo di conoscere lo stato di
avanzamento dei progetti di ‘Italia a 1 Giga’ e di confermarne i
progetti e se abbia valutato i rischi di investire risorse del Pnrr
sulla proposta di Starlink, sul conseguente mancato completamento
della rete a banda ultralarga su tutto il territorio italiano e
sull’assetto del mercato interno e la tenuta delle imprese del
settore, anche per il futuro”.


Ne Parlano