“Io penso che per il rispetto reciproco che ci dobbiamo, non solo per il lavoro quotidiano ma per gli impegni che assumiamo insieme nella conferenza dei capigruppo e nelle commissioni, dobbiamo dirci la verità. E la verità è che è fin troppo evidente che sul decreto anticipi, unico decreto nell’impianto complessivo della manovra sul quale aveva il permesso di presentare emendamenti anche la maggioranza, governo e maggioranza hanno imboccato una strada senza uscita, quella dei tentativi continui di modificare alcune materie perché non hanno il coraggio e il permesso di intervenire in legge bilancio. Ci sono limiti che non si devono superare, qui il limite è stato abbondantemente superato”. Lo ha detto in Aula il senatore Francesco Boccia, presidente del gruppo del Pd.
“Il limite è stato – ha proseguito Boccia – quello di fissare termini improcrastinabili nella conferenza stampa di presentazione della manovra: ricordo che era il li 15 dicembre, oggi è 6 e ancora non abbiamo visto gli emendamenti del governo. Su temi di rilevanza nazionale, a partire da pensioni, casa, affitti, mercato tutelato, alluvioni, temi sociali avremmo voluto essere ascoltati per provare a far cambiare idea alla maggioranza, e in qualche caso almeno in commissione e nei corridoi è successo, vedremo se avranno il coraggio negli emendamenti. Aggiungo che con il il ministro Ciriani abbiamo accettato come opposizioni di ritirare gli emendamenti per consentire al governo un confronto serio. Il risultato è che sono passate le 19 e non solo arrivano ora gli ultimi emendamenti che noi contestiamo, perché è inaccettabile che il governo abbia perso tempo su code di condoni e rottamazioni e invece sulle pensioni forse arriveranno domani ma riguarderanno solo alcune pensioni.
Noi proponiamo di iniziare domattina, di analizzare meglio le proposte emendative e speriamo di trovare governo e maggioranza meno confusi”. Così in aula il presidente dei senatori del Pd Francesco Boccia.


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