Boccia e Irto in visita nel carcere di Reggio Calabria

Il presidente dei senatori del Pd Francesco Boccia è il primo firmatario di un’interrogazione urgente al ministro della Giustizia Nordio che chiede di sapere, a partire dai casi di Maysoon Majidi e Marjan Jamali “quali iniziative necessarie e urgenti il Governo intenda intraprendere, a due anni dalla morte di Mahsa Amini, per tutelare l’incolumità di tutte le attiviste che giungono nel nostro Paese per sfuggire alla feroce repressione del regime iraniano, anche al fine di tutelare la credibilità del nostro Paese nelle sedi internazionali”. Nell’interrogazione, sottoscritta da tutte le senatrici e tutti i senatori del Pd si ricostruisce la vicenda umana e politica di Maysoon Majidi, attivista curdo-iraniana di 27 anni, scappata dall’Iran per sfuggire alla repressione violenta del movimento “Donna, Vita, Libertà”, sbarcata a Crotone a dicembre 2023 e da allora reclusa in Calabria, con l’accusa di essere una scafista e di Marjan Jamali, anche lei attivista del movimento in Iran e per questo fuggita, ora reclusa in Italia dall’ottobre 2023.
“In entrambi i casi larga parte dell’impianto accusatorio – spiegano i senatori dem nell’interrogazione – si basa su testimonianze rese senza traduttori adeguati. Quella di scafista è una categoria contestata e problematica da un punto di vista giuridico: nella maggior parte dei casi oggi chi si trova alla guida delle imbarcazioni sono migranti in stato di necessità, ma vengono perseguiti come se fossero trafficanti di esseri umani. Ad essere punite dalla normativa vigente, inasprita a seguito della politica dell’attuale Governo, che in tema di migrazione assume atteggiamenti persecutori, è anche chiunque faccia qualcosa per aiutare uno straniero ad entrare illegalmente in Italia o in un altro Stato europeo. Trarne un vantaggio economico non è una condizione per la presenza del reato, ma un’eventuale aggravante. Maysoon Majidi, che è al suo secondo sciopero della fame, ha scritto al Presidente Mattarella per essere ascoltata: se ritenuta colpevole, rischia 16 anni di reclusione, una multa ingente e il rimpatrio in Iran con il rischio della vita. Per questo chiediamo anche al ministro di modificare l’attuale quadro normativo sugli scafisti e di garantire la presenza in ogni fase processuale di traduttori e mediatori per consentire una corretta ricostruzione dei fatti e delle testimonianze”.


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