“Questa campagna elettore è iniziata da tempo. E la destra ha scoperto le sue carte e il suo obiettivo: la regressione su principi e valori, nel nostro Paese e in Europa, che noi non pensavamo potessero mai essere in discussione. Dai diritti civili alle libertà. Il governo Meloni sta insieme per condividere il potere in Italia ma, sull’Europa, ha due vicepremier che la pensano in maniera profondamente diversa tra loro e con la stessa premier. Come Pd siamo molto preoccupati. Il nostro programma per l’Europa è alternativo a quello di Giorgia Meloni, perché il nostro obiettivo è quello di costruire una Europa politica spazzando via i veti nazionali, il suo é indebolire l’Europa mantenendo il potere di veto degli Stati. Per questo penso che la proposta delle liste sia una proposta forte, unitaria e importante che delinea la nostra idea di Europa, alternativa a quella della destra. Chi candidare contro Vannacci se non Alessandro Zan? Se c’è qualcuno che ha un’idea diversa si candidi e dia un contributo. Questo è il tempo che impone, a chi critica, anche di dire cosa intende fare per rafforzare il Pd in Europa. Le capolista civiche Lucia Annunziata e Cecilia Strada indicano una rotta chiara sull’idea di Europa e sulla politica estera. Così come l’impegno diretto della segretaria Schlein al centro e nelle isole e del presidente Bonaccini nel NordEst. Discutiamo di tutto anche del rafforzamento ulteriore delle proposte, ma difendiamo questa nostra straordinaria comunità: qual è il partito che fa alla luce del sole e democraticamente quello che facciamo noi? Le liste gli altri le fanno nei salotti dei proprietari del partito che coincidono spesso con una famiglia. Questo è lo stato della democrazia nei partiti in Italia. E non dimentichiamoci che il cosiddetto Pd plurale, che qualcuno ha evocato ricordando il passato, nella sua sbandierata pluralità ha mandato a casa segretari, non eletto Presidenti della Repubblica e sfiduciato premier in questa sala senza discussione e fatto liste nel giro di mezza giornata o di una notte. E ora il problema del nome della segretaria nel simbolo per un chiaro progetto elettorale per le europee mina la pluralità? Di cosa parliamo? Io penso che il nome della segretaria nel simbolo serva, per queste elezioni, a confrontarsi con Giorgia Meloni e a garantire quel valore aggiunto, nella competizione europea, che tutti le riconoscono. Sono sempre stato per una sua pluricandidatura in tutte le circoscrizioni. Perché penso che Elly Schlein sia valore aggiunto per il nostro elettorato e penso che il lavoro che stiamo facendo sia assolutamente positivo: siamo ad un bivio e per questo dobbiamo presentarci uniti a questa sfida. Condivido queste liste, che possono essere ancora rafforzate nelle prossime ore, così come la scelta di inserire solo per le elezioni europee il nome di Elly Schlein nel nostro simbolo”. Così il presidente dei senatori dem Francesco Boccia intervenuto alla Direzione del Pd.


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