“Gli amministratori, così come i deputati o gli eurodeputati, sono nelle istituzioni grazie ai militanti. Non è una piattaforma politica l’apologia dell’amministratore, ma quello che vogliamo fare su ambiente, lavoro, sud, autonomia e povertà. E come vogliamo farlo. Confrontiamoci su questo e diciamo anche con chi”.
Così Francesco Boccia, senatore Pd e responsabile Regioni e Enti
locali della Segreteria nazionale, oggi a Trani, a margine di un
dibattito sull’autonomia differenziata con il professor Gianfranco
Viesti, il sindaco di Andria, Giovanna Bruno, e il sindaco di Trani,
Amedeo Bottaro.
“Lo ripeto perché vedo che il tema viene volutamente evitato da tanti:
unire i progressisti nella società italiana è il primo dovere politico
del Pd. Siamo andati divisi alle politiche ed è stato un errore
esiziale. E siamo andati divisi perché il draghismo che non aveva
nemmeno Draghi, si è impossessato dell’anima di alcuni di noi. Quella
era una posizione politica sbagliata”.
E “non è parlando genericamente di come amministriamo le città (che
amministriamo bene da mezzo secolo) che diamo una stella polare
alternativa alla destra. Ecco perché il congresso è fondamentale per
allargare il fronte per poi unirlo. Stefano, Elly e Paola stanno
facendo un lavoro generoso e importante ora tocca però agli elettori
credere nel Pd iscrivendosi, partecipando alla fase costituente,
evitando di posizionarsi in base a tatticismi più o meno già visti”.

“Non mi pare che Veltroni sindaco di
Roma, Renzi sindaco di Firenze e Zingaretti presidente della
Regione Lazio venissero da Marte ma, come tanti, da esperienze
nelle amministrazioni locali. Cosi’ come lo stesso Bersani era
arrivato alla segreteria dopo una lunga esperienza
amministrativa. Eppure i segretari del Pd piu’ suffragati nei 15
anni di vita hanno vissuto complessita’ che persistono e che
vanno affrontate, non occultate. Evitiamo la riproposizione sul
piano culturale di ricette gia’ provate in tempi diversi e che,
come la rottamazione, hanno fallito e fatto danni”. A dirlo e’
Francesco Boccia, senatore e responsabile Regioni e Enti locali
della segreteria Pd, oggi a Trani, a margine di un dibattito
sull’autonomia differenziata con Gianfranco Viesti, il sindaco
di Andria, Giovanna Bruno, e il sindaco di Trani, Amedeo
Bottaro.
“Oggi – riprende – l’unica rivoluzione la facciamo se
allarghiamo al massimo la base del partito e facciamo si’ che
militanti e iscritti contino sempre nelle scelte del partito
quanto e piu’ degli eletti, non meno. Sui territori, tra
militanti ed eletti nei comuni, accade la stessa cosa che viene
imputata a Roma. Migliaia di iscritti si lamentano della
mancanza di confronto con gli eletti locali, ma nessuno dentro
il partito trasforma questo limite democratico in una crociata
contro gli amministratori, perche’ sarebbe sbagliata e non
risolverebbe i problemi di funzionamento del partito stesso e di
linea politica, che dobbiamo invece affrontare con la fase
costituente prima e poi con il congresso.

“Gli amministratori, cosi’ come i deputati o gli eurodeputati, sono nelle istituzioni grazie ai militanti. Non e’ una piattaforma politica l’apologia
dell’amministratore, ma quello che vogliamo fare su ambiente,
lavoro, sud, autonomia e poverta’. E come vogliamo farlo.
Confrontiamoci su questo e diciamo anche con chi”, dice ancora
Boccia.
“Lo ripeto perche’ vedo che il tema viene volutamente evitato da
tanti: unire i progressisti nella societa’ italiana e’ il primo
dovere politico del Pd. Siamo andati divisi alle politiche ed e’
stato un errore esiziale. E siamo andati divisi perche’ il
draghismo che non aveva nemmeno Draghi, si e’ impossessato
dell’anima di alcuni di noi. Quella era una posizione politica
sbagliata, che poteva avere senso per un partito centrista non
per un grande partito popolare, di massa, progressista come il
nostro che ha il compito storico di tenere legate le masse
popolari alle elite, i luoghi dei bisogni con i luoghi del
lavoro e delle imprese, cosi’ come le periferie con i luoghi del
sapere e della protezione sociale. Venuta meno questa funzione –
osserva ancora – il Pd e’ diventato il partito della borghesia
protetta e non e’ parlando genericamente di come amministriamo
le citta’, che amministriamo bene da mezzo secolo, che diamo una
stella polare alternativa alla destra”.
“Ecco perche’ il congresso e’ fondamentale per allargare il
fronte per poi unirlo. Stefano, Elly e Paola stanno facendo un
lavoro generoso e importante ora tocca pero’ agli elettori
credere nel Pd iscrivendosi, partecipando alla fase costituente,
evitando di posizionarsi in base a tatticismi piu’ o meno gia’
visti”, conclude l’esponente dem.


Ne Parlano