“Noi abbiamo un rischio ‘Cambridge Analytica’ dietro l’angolo e la conseguenza è che l’Italia deve al più presto recepire il ‘Digital Services Act’, l’accordo realizzato a
livello europeo tra la Commissione europea e le principali
piattaforme, finalizzato a introdurre norme per la tutela e garanzia
degli utenti”. E’ quanto afferma all’Adnkronos il senatore del Pd
Enrico Borghi, responsabile dem per le Politiche per la Sicurezza e
membro del Copasir, interpellato sui possibili rischi legati a
‘TikTok’ su cui il Comitato starebbe riflettendo anche alla luce
dell’iniziativa presa di recente negli Stati Uniti.
Nella scorsa legislatura, sotto la presidenza di Raffaele Volpi, il
Copasir accese già un faro sul popolare social network “su richiesta
del Pd”, ricorda il senatore secondo il quale “il fatto che gli Stati
Uniti e gli apparati di sicurezza degli Usa abbiano aperto
un’istruttoria formale nei confronti di ‘TikTok’ non fa che confermare
le preoccupazioni che già a suo tempo avevamo manifestato”. “La
premessa – osserva Borghi – è che stiamo vivendo l’epoca del
capitalismo della sorveglianza: una serie di piattaforme digitali, che
utilizziamo quotidianamente, acquisiscono per finalità di varia natura
i nostri dati, dalla posta elettronica, ai gusti sessuali delle
persone fino alla geolocalizzazione: veniamo ‘profilati'”.
“Il problema è che quando c’è un’attività così massiva di social
network che fanno esplicito riferimento a Stati che mantengono una
postura non conforme con il nostro ordinamento costituzionale, nel
caso specifico la Cina, si apre un doppio problema – spiega – Il primo
è un’estrazione di dati sensibili nella nostra popolazione, in
particolare in quella più fragile e inconsapevole dei giovani e
minorenni, il secondo problema consiste in attività e campagne di
disinformazione che possono essere condotte attraverso questo
strumento e che da una parte fidelizzano gli utenti su logiche falsate
e dall’altra condizionano, anche pesantemente, la nostra modalità di
vita”.


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