“Ostinarsi a predicare l’autosufficienza come unica chiave interpretativa del concetto di “partito a vocazione maggioritaria”, tanto più nel momento in cui la possibilità concreta di perseguirla, almeno nel breve periodo, appare del tutto preclusa, rischia di essere persino autolesionista, soprattutto in vista delle prossime amministrative. Nelle quali la partita per il governo delle città, anche in ragione della legge a doppio turno, o si gioca in coalizione o si perde di sicuro”. E’ quanto afferma il senatore del Partito democratico Daniele Borioli.
“Fortunatamente, rispetto ai proclami ideologici di rango nazionale – sottolinea l’esponente pd – ancora rilanciati la scorsa settimana al Lingotto da taluni sostenitori di Renzi – “mai con gli scissionisti”, che non è una posizione politica ma una ripicca, emotivamente persino comprensibile ma politicamente inservibile – sul territorio si lavora con maggiore buon senso, “renziani” compresi. È il caso di Alessandria, dove si va al voto e dove a sostegno della candidata e sindaca uscente, Maria Rita Rossa, si sta formando una coalizione plurale, che intorno al Pd raccoglie forze civiche e moderate da un lato e forze della sinistra, tra le quali Sinistra Italiana e Mdp, probabilmente collegate nella stessa lista, alleata con il Pd sin dal primo turno. C’è in questa scelta molto del buon senso e della visione di un centrosinistra plurale, a cui sta lavorando Andrea Orlando. Una visione nella quale la “vocazione maggioritaria” si configura come capacità di essere perno egemonico di una proposta di governo, capace di raccogliere attorno a sé altre energie e forze politiche presenti nel campo democratico e riformista”.
“È curioso, viceversa, notare come coloro che continuano ad attestarsi su un’idea teorica di vocazione maggioritaria coincidente con l’autosufficienza – conclude Borioli – appaiano sul piano pratico già predisposti alle larghe intese. La pressoché totale afasia di Renzi e dei suoi sulla legge elettorale è in tal senso molto chiara”.


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