‘La procedura del ‘Fast Corridor’, il ‘Corridoio doganale su strada’ con cui l’Agenzia delle Dogane ha consentito all’Ikea di ricevere direttamente container sbarcati a Genova e La Spezia, senza controlli ed emissione di documenti doganali, è stata di recente estesa anche ad altre società, su tutto il territorio nazionale. E’ per questo che chiediamo ai ministri delle Infrastrutture e dei Trasporti e dell’Economia e delle Finanze di fare chiarezza. Questa nuova procedura presenta rischi sul piano della sicurezza sanitaria e dei controlli fiscali e può vanificare gli investimenti fatti nei porti per creare lo ‘sportello unico doganale’, per velocizzare tutto l’iter in piena sicurezza’. Lo dice il senatore Massimo Caleo, capogruppo del Pd nella Commissione Ambiente, che sulla questione ha presentato un’interrogazione sottoscritta anche dai colleghi Lanzillotta, Marino, Vaccari, Pezzopane, Esposito, Amati, Puppato, Dirindin, Idem, Sollo, Lai, Giacobbe, Morgoni, Orru’, Chiti, Cucca, Rossi.
‘Chiedo ai ministri competenti di capire – prosegue Caleo – se la procedura del ‘Fast Corridor, ossia la procedura dell’inoltro di merce estera sul territorio nazionale via strada, senza l’emissione della documentazione doganale, sia conforme alla normativa comunitaria. Chiedo inoltre se è vero, come sembra, che questa procedura sia destinata, su iniziativa dell’Agenzia delle Dogane, ad essere estesa anche al trasferimento via treno e se sia stato valutato l’impatto economico, sulla salute e sulla sicurezza. Voglio anche capire cosa intenda fare il governo per garantire la piena operatività degli ‘sportelli unici doganali’ realizzati nelle aree portuali per lo sdoganamento in mare, che finora hanno contribuito a rendere più efficiente la catena logistica senza costi aggiuntivi sulla merce e per la collettività, in piena sicurezza’.

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