Il nuovo Decreto sulla PA, recentemente depositato alla Camera, solleva già evidenti criticità. In particolare, l’art. 14 prevede l’armonizzazione dei trattamenti economici accessori solo per il personale dei ministeri e della presidenza del consiglio, escludendo senza giustificazione gli altri dipendenti pubblici, a partire dagli enti locali, così come altre amministrazioni del comparto delle funzioni centrali, tra cui l’Ispettorato Nazionale del Lavoro ed altre agenzie ed enti.
Con questa scelta, il Governo non solo interviene unilateralmente su una parte dei dipendenti pubblici, ignorando le necessità di valorizzazione di tutti i settori pubblici, ma in più non mette risorse aggiuntive sul rinnovo dei contratti 22-24, lasciando senza risposte centinaia di migliaia di lavoratrici e lavoratori”. Lo dichiara la senatrice del PD Susanna Camusso.
“Dobbiamo ricordare – aggiunge – che la Corte Costituzionale ha già dichiarato illegittima l’esclusione del personale INL dai provvedimenti di armonizzazione dell’indennità di amministrazione, ritenendola irragionevole. Tuttavia, il Governo, se da un lato riconosce gli effetti dei precedenti provvedimenti, dall’altro escluderebbe lo stesso personale da questo nuovo riparto delle risorse, penalizzando così una parte essenziale del settore pubblico”.
“Come Partito Democratico – conclude Camusso – ci batteremo in Parlamento affinché questa ingiustizia venga corretta. Non possono esserci dipendenti di serie A e di serie B, né trattamenti economici differenziati senza giustificazione”.


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