Interrogazione Pd a Ministro Difesa

“L’ingresso delle donne nelle Forze armate italiane è avvenuto a partire dall’anno 2000 a seguito dell’entrata in vigore della legge n. 380/1999. A
differenza di altri Paesi, l’impiego delle donne nelle Forze armate nel nostro Paese non segue un protocollo differenziato rispetto alla componente maschile ma il percorso è equiparato sia per quanto attiene la formazione e l’addestramento, sia per quanto riguarda l’impiego in tutti i principali teatri operativi, nazionali ed internazionali, nei diversi ruoli/corpi e specialità.
A questa equiparazione tuttavia non corrisponde nella realtà una concreta parità di genere dal momento che la condizione delle donne italiane nelle forze armate è spesso costellata da episodi di discriminazione, molestie e violenza di genere”.
È quanto si legge in una interrogazione dem al Ministro della Difesa, prima firmataria Susanna Camusso, e sottoscritta da molte senatrici e senatori del gruppo.
“Nell’ultima Relazione sullo stato della disciplina militare e dell’organizzazione delle Forze Armate, presentata nel settembre 2022 e relativa ai dati del 2021 – continua l’interrogazione – sono stati rilevati 5 casi di molestie sessuali a danno di donne, ma nonostante l’esiguità delle denunce, i casi di molestie e discriminazione di genere nelle Forze armate sembrano molti di più, anche in considerazione dell’evidenza che i ben noti atti e fenomeni di prevaricazione e violenza tra militari – tra cui il cosiddetto “nonnismo”- si possono intrecciare ed associare a finalità di carattere sessuale, dando vita a atti violenti e discriminatori a sfondo sessuale e discriminatorio di genere. L’episodio più recente a questo proposito è stato reso noto lo scorso 13 luglio, poiché la procura militare di Napoli ha chiesto il rinvio a giudizio per tre ufficiali della fregata Martinengo che a seguito di un’inchiesta sono accusati di molestie sessuali, insulti e minacce a danno di sottoposti in grado, la maggioranza donne, avvenuti a bordo della nave della Marina militare italiana nel corso della missione internazionale che ha avuto luogo tra agosto e dicembre 2021. È nostra convinzione che tali comportamenti trovano appiglio non soltanto nella mancanza di una formazione adeguata che rispetti il principio della parità di genere, ma anche e soprattutto nel fatto che, a livello normativo, nel Codice militare di pace manchi una previsione ad hoc inerente la discriminazione di genere, visto che i codici penali militari, attualmente in vigore, risalgono al 1941, epoca in cui le donne non erano ancora ammesse nelle Forze armate.
Per questo chiediamo al Ministro della Difesa di sapere: quali iniziative urgenti, anche di natura normativa, intenda attuare per rendere effettiva ed incisiva la tutela penale nei confronti delle donne che prestano servizio in armi;
quali strumenti a lungo termine intende adottare per favorire la formazione di una cultura di genere nell’ambito delle Forze armate”.


Ne Parlano