“Il primo febbraio 2021 l’esercito Birmano, con un colpo di stato cancellò il Governo legittimo che era stato eletto nel novembre dell’anno precedente. In quella occasione Aung San Suu kyi, ridiventata presidente e premier del Governo del Myanmar, fu incarcerata, rivivendo una tragica esperienza che aveva già travagliato la sua vita. A tre anni da quella data l’ Office for the Coordination of Humanitarian affairs (OCHA) riporta i seguenti dati: 2,6 mln sfollati, 2,3mln di questi sono stati sfollati con la forza e sono sfollati interni al Paese. Più di 700mila fuggiti nei paesi vicini, 1mln di Rohingya in Bangladesh. In Birmania ci sono 18,6mln di persone in condizione di difficoltà, non solo sociale ma anche alimentare e che vedono a rischio la possibilità di sopravvivere. Di quei 18 mln ben 6 mln sono bambini. L’esercito ha risposto a questo stato di cose uccidendo 30mila civili in 910 bombardamenti aerei e con 132 attacchi di artiglieria, attuando 26mila arresti tra la popolazione e sfollando 1335 villaggi. In occasione dell’anniversario del colpo di stato la giunta ha annunciato prosecuzione di altri sei mesi dello stato di emergenza . Ci sono state molte condanne internazionali, anche del nostro Paese, la minaccia dell’Ilo di rinviare la Birmania alla Corte internazionale di Giustizia. il Gambia lo ha già fatto. Vorremmo quindi sapere, tramite il presidente La Russa, come il nostro Governo, che avrà la presidenza del G7, intenda approfittare di quell’occasione per ricordare che esiste la Birmania, che in quel Paese c’è una reazione e che ci sono forze, a partire dal Governo in esilio nella foresta, che stanno cercando di difendere la popolazione e che hanno bisogno che proseguano le sanzioni occidentali e gli interventi affinché non si continui a bombardarli da parte dell’esercito che ha compiuto il colpo di stato”. Così la senatrice del Pd Susanna Camusso componente Commissione straordinaria per la tutela e la promozione dei diritti umani, intervenendo in aula a Palazzo Madama


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