“E’ necessario trovare una soluzione positiva alla vicenda delle agenzie di stampa italiane coinvolte nella vertenza che le ha portate a scioperare sabato scorso. Il panorama attuale vede una decina di realtà (di diversa tipologia e dimensione) attive. Fino al dicembre  2016, certo con problemi e incongruenze, esisteva un rapporto diretto tra il Dipartimento Editoria della Presidenza del Consiglio dei ministri e le agenzie di stampa da cui venivano, attraverso una trattativa con ogni singola azienda, acquistati i notiziari.

Oggi il Governo, con la volontà di riorganizzare il settore, adeguare il rapporto con le agenzie al Codice degli appalti e reagire alla bocciatura da parte del Tar della direttiva del governo che mirava a diminuire il numero delle agenzie  e a stimolare accorpamenti, guarda ad una modifica del rapporto con le agenzie pensando ad un bando di gara europeo.

Voglio fare due semplici osservazioni. Attraverso le gare d’appalto si aprirebbe di fatto il mercato anche alle realtà estere, con l’Italia primo paese che andrebbe verso questa apertura, e di fatto ci sarebbero evidenti conseguenzeper la pluralità dell’informazione e, non ultima questione, sul numero dei posti di lavoro.

Io credo sarebbe meglio tornare alla trattativa diretta definendo l’informazione primaria ‘bene di Stato’ ed in ogni caso fare una legge che regolamenti e sostenga  la vita delle agenzie seguendo dei criteri certi per accedere ai contributi  (in Europa esistono, ad esempio, leggi che svincolano dagli appalti  i servizi che riguardano la lingua e la sua tutela, ed in ogni caso si possono trovare altri modelli).

Quello che è certo è che la soluzione indicata dal governo non mi sembra la più idonea a garantire pluralità di informazione, occupazione e anche il valore delle nostre agenzie di stampa”. Lo afferma in una nota la senatrice del Pd Rosaria Capacchione.


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