Grandi navi, mega opere, privatizzazioni. E scandali, Parla Felice Casson, candidato sindaco diVenezia.
A sostenerlo tutto il centrosinistra. Unito come ai vecchi tempi
A sostenerlo tutto il centrosinistra. Unito come ai vecchi tempi
Venezia è un gondoliere che ti prende per mano al ritmo di uno swing suonato da una banda d`artisti di strada. È una giovane africana che distribuisce volantini in costume d`epoca. È la voce di tre turisti americani che esclamano ‘Oh my god’ appena svoltato l`angolo di piazza San Marco. È il labirinto di canali e calli percorso, ogni anno, da oltre 25 milioni di turisti, in una città di appena 59.000 abitanti. Ma Venezia è anche il banco di prova del centrosinistra che – unito come ai vecchi tempi, dai moderati fino a Rifondazione – sosterrà alle prossime elezioni comunali Felice Casson, l`ex magistrato e senatore del Pd – della minoranza del Pd, quella di sinistra. È la seconda volta che Casson cerca di conquistare Ca` Farsetti. Già nel 2005 ci provò, ma venne sconfitto per una manciata di voti da Massimo Cacciari. A decretare la sua candidatura, questa volta, sono state le primarie del 15 marzo: con il 55,6 per cento, i veneziani hanno scelto lui per lasciarsi alle spalle lo scandalo dell`inchiesta Mose e le dimissioni del sindaco Giorgio Orsoni, coinvolto nell`inchiesta. Forte di questi numeri, il 31 maggio Casson proverà a sbaragliare un centrodestra litigioso e confuso. A Venezia come in tutto il Veneto, che andrà alle urne sempre il 31 maggio per le regionali, con l`addio di Flavio Tosi alla Lega che si traduce in un doppio candidato governatore: l`uscente Luca Zaia e Tosi, appunto. Incontriamo Felice Casson in Campo Santa Margherita, a Venezia. E la fama di ‘uomo freddo e scostante’ che lo precede si dissolve al primo sorso di caffè.
Felice Casson, ora che si candida a sindaco di Venezia ci dice come si amministra un gioiello del genere?
Sì è un gioiello, con un tessuto urbano ambientale estremamente delicato. Perciò è necessario che i veneziani, aiutati anche dalla politica nazionale e internazionale, contrastino fortemente chì non ha idea di cosa sia il rispetto per il territorio e per la persona. Un po` come i vandali nel Medioevo, a Venezia hanno sempre cercato di distruggere questo gioiello della natura e dell`arte. Ancora oggi.
E hanno sembianze di grandi opere e grandi navi da crociera. Lei è contrario a entrambe:, sa che per questo la chiamano ‘lo sceriffo che fermerà lo sviluppo’?
È assolutamente sbagliato. Anzi è falso e in mala fede dire che io sono contro le Grandi navi, penso semplicemente che vadano portate fuori dalla laguna. Questo non vuol dire eliminare le attività commerciali e industriali, né l`attività crocieristica. Vuol dire cercare un punto di equilibrio tra esigenze dell`imprenditore, del lavoratore e della salvaguardia della laguna.
In questo momento l`autorità portuale, insieme all`ormai ex ministro Lupi, cerca di accelerare lo scavo di un grande canale in mezzo alla laguna, il Contorta, come soluzione al tema Grandi navi, per evitare il passaggio davanti a San Marco. È una soluzione?
No, quest`opera sarebbe assolutamente devastante per la laguna. Innanzitutto va contro la legge, una legge storica degli anni 80 che è ancora vigente per la quale gli interventi dovrebbero essere graduali, reversibili, sperimentabili e certo questo grande canale non lo sarebbe. Inoltre porterebbe direttamente un braccio di mare in una città storica e questo sconvolgerebbe gli equilibri idrodinamici della laguna, con problemi anche sulle fondamenta della città. Qualsiasi persona di buonsenso dovrebbe pensare a una soluzione alternativa.
Lei ne ha qualcuna?
Certo, alcune ipotesi sono già state presentate, come fare arrivare queste grandissime navi o fuori dalla bocca di porto del Lido di Venezia o di Malamocco, o anche Marghera dove però ci sono problemi con il ministero dell`Ambiente. Le alternative ci sono, e ognuna di queste garantirebbe l`attività crocieristica e addirittura farebbe aumentare i posti di lavoro, garantendo al contempo la salvaguardia della laguna. Quindi, non è vero che non si vuol fare e che si vuol bloccare, ma si vuol fare bene: rispettando le norme e l`ambiente.
E gli interessi dei privati? Parte di Venezia è già stata venduta. Il molino Stucicy, il palazzo dell`800 sede dell`hotel Hilton, è forse l`esempio più vistoso di come pezzi di città siano finiti sul mercato.
È una tendenza che non risale all`ultima giunta, ma anche alle precedenti: pensare che quando c`è un buco di bilancio si vende un gioiello e si tappa il buco. Ma il problema è proprio questo: si tappa un buco e se ne aprono degli altri. Si deve intevenire con norme e comportamenti di bilancio e di finanza corretti, perché pensare ogni anno di vendere uno o due palazzi, una o due isole, è assolutamente sbagliato.
Adesso è il turno del Casinò.
Il Casinò non è ín fase fallimentare, ma certamente in questo momento rende meno rispetto al passato. L`anno scorso ha reso al Comune tra i 16 e i 17 milioni di giuro, molti meno rispetto a pochi anni fa, quando ne rendeva più di 100 milioni di euro l`anno. Però è un problema di ristrutturazione e riorganizzazione del lavoro, il Casinò è un gioiello nostro: perché metterlo sul mercato? Tra l`altro svendendolo completamente e buttando alle ortiche un`attività che ha sempre reso molto al Comune, alle associazioni e a chi ci ha lavorato attorno. È una visione miope e che fa gli interessi del privato. Cerchiamo di ragionare, invece, nell`ottica della collettività, dell`interesse comune. Allora i gioielli, i palazzi, non si devono vendere. Invece si deve procedere sistemando la finanza in modo strutturale.
Prima però c`è da conquistare Ca` Farsetti. Il suo principale avversario sarà Luigi Brugnaro, imprenditore e presidente della Reyer basket, molto popolare in città. Capo di una grossa agenzia interinale (Umana), ex Confindustria, ex referente per Expo Venezia. Ex, eppure il centrodestra continua a denunciare il rischio di conflitto d`interessi.
Intanto, non so se sarà il mio principale avversario, perché il centrodestra è molto frastagliato. Brugnaro da alcune dí queste situazioni ha dato o darà le dimissioni. Certo è che i conflitti d`interesse vanno assolutamente evitati e cancellati.
Come?
Per esempio, rispetto alla scelta degli assessori e della squadra, ho detto in maniera chiara che dovrà trattarsi di persone che facciano esclusivamente gli assessori a tempo pieno, che siano privi di qualsiasi problema a carattere giudiziario e privi di qualsiasi conflitto d`interessi. Mi pare preliminare addirittura rispetto a qualsiasi considerazione di merito.
Passiamo alla sua parte politica, qui a Venezia il vecchio centrosinistra tiene. Lei è il candidato del Pd, ma con un sostegno ampio. A livello nazionale sarebbe impensabile al momento, come mai questa anomalia?
Non la chiamerei anomalia, noi veneziani potremmo dire che anomalo è il resto. In effetti mi sostiene uno schieramento molto ampio, è segno della ricchezza della società politica veneziana. Poi, il messaggio e le proposte che faccio riguardano tutti i cittadini e perciò possono abbattere tranquillamente le barriere. Quando parlo di Grandi navi o di Casinò, il messaggio va al di là degli schieramenti e parla direttamente ai cittadini.
Invece sul piano nazionale le distanze tra il Pd e sinistra aumentano, perché?
Ci sono delle rigidità maggiori negli schieramenti, c`è un problema di numeri. Se ci si rendesse conto che i numeri, a livello nazionale, potrebbero essere la maggioranza per il centrosinistra, lo si farebbe subito e senza ricorrere a Ncd per governare. Me ne rendo conto adesso che ancora sono in Senato: quando si discute di legalità, di ambiente, di diritti civili, con il Nuovo centrodestra il governo si spacca, la maggioranza si spacca. Abbiamo una cultura diversa, idee diverse ed è anomala questa alleanza. Alla fine di questa legislatura si vedrà. Bisognerà ricreare quest`area di centrosinistra.
Riconoscerà però che si spacca anche il Partito democratico.
Mi pare che per il momento si stia spaccando il centrodestra. Anzi, polverizzando. Guardi il Veneto… Zaia, Tosi. I problemi sono soprattutto all`interno del centrodestra. Vediamo se sarà possibile, data questa situazione, vincere anche in regione.
Ma la sinistra del Pd naviga ancora a vista. Non mi dica di no…
La minoranza del Pd dovrebbe un po` chiarirsi le idee. Dovrebbe essere più chiara nella prospettiva politica, nelle decisioni e nei comportamenti. Quando in Parlamento si ragiona, si va in una certa direzione, poi al momento delle decisioni ci si divide. C`è un problema complessivo di riorganizzazione del mondo della sinistra e della sinistra del Pd, ma direi che è una situazione molto diversa rispetto alle realtà locali. Perché nei territori si ragiona di temi molto più concreti che hanno a che fare con la vita quotidiana dei cittadini. Quando penso ai servizi sociali o alla sicurezza è chiaro che ho delle idee molto lontane da quelle della destra. Per concretizzarle, però, devo convincere i cittadini che queste prospettive potranno essere utili a tutti quanti.
Ancora più a sinistra la riorganizzazione è già in corso. Il 28 si tiene il battesimo in piazza della Coalizione sociale di Maurizio Landini. Come la vede?
È ancora un po` confusa, è una costellazione di posizioni che però se riuscissero a organizzarsi avrebbero pure un senso politico. Il vizio perenne della sinistra è quello di stare a frastagliarsi, dalla Prima, Seconda e Terza internazionale in poi… Invece bisognerebbe che la sinistra si ricomponesse e venissero meno i personalismi. È quello che abbiamo sempre teorizzato, ma in pratica è proprio quello che manca.
Il Pd ha una doppia posizione. Civati dice: non si può non dialogare con Landini, Renzi sembra ignorare questo processo. Lei da che parte sta?
Sono solo tatticismi: quando quella di Landini sarà una posizione politica precisa, bisognerà comunque ragionarci. Sono convinto che sul territorio, ma anche a livello nazionale, non solo si può, ma bisogna dialogare. Poi si decide anche sulla base dei numeri che si hanno. Fatto salvo un mio limite culturale, a parte í fascisti, bisogna ragionare con tutti.
Felice Casson, ora che si candida a sindaco di Venezia ci dice come si amministra un gioiello del genere?
Sì è un gioiello, con un tessuto urbano ambientale estremamente delicato. Perciò è necessario che i veneziani, aiutati anche dalla politica nazionale e internazionale, contrastino fortemente chì non ha idea di cosa sia il rispetto per il territorio e per la persona. Un po` come i vandali nel Medioevo, a Venezia hanno sempre cercato di distruggere questo gioiello della natura e dell`arte. Ancora oggi.
E hanno sembianze di grandi opere e grandi navi da crociera. Lei è contrario a entrambe:, sa che per questo la chiamano ‘lo sceriffo che fermerà lo sviluppo’?
È assolutamente sbagliato. Anzi è falso e in mala fede dire che io sono contro le Grandi navi, penso semplicemente che vadano portate fuori dalla laguna. Questo non vuol dire eliminare le attività commerciali e industriali, né l`attività crocieristica. Vuol dire cercare un punto di equilibrio tra esigenze dell`imprenditore, del lavoratore e della salvaguardia della laguna.
In questo momento l`autorità portuale, insieme all`ormai ex ministro Lupi, cerca di accelerare lo scavo di un grande canale in mezzo alla laguna, il Contorta, come soluzione al tema Grandi navi, per evitare il passaggio davanti a San Marco. È una soluzione?
No, quest`opera sarebbe assolutamente devastante per la laguna. Innanzitutto va contro la legge, una legge storica degli anni 80 che è ancora vigente per la quale gli interventi dovrebbero essere graduali, reversibili, sperimentabili e certo questo grande canale non lo sarebbe. Inoltre porterebbe direttamente un braccio di mare in una città storica e questo sconvolgerebbe gli equilibri idrodinamici della laguna, con problemi anche sulle fondamenta della città. Qualsiasi persona di buonsenso dovrebbe pensare a una soluzione alternativa.
Lei ne ha qualcuna?
Certo, alcune ipotesi sono già state presentate, come fare arrivare queste grandissime navi o fuori dalla bocca di porto del Lido di Venezia o di Malamocco, o anche Marghera dove però ci sono problemi con il ministero dell`Ambiente. Le alternative ci sono, e ognuna di queste garantirebbe l`attività crocieristica e addirittura farebbe aumentare i posti di lavoro, garantendo al contempo la salvaguardia della laguna. Quindi, non è vero che non si vuol fare e che si vuol bloccare, ma si vuol fare bene: rispettando le norme e l`ambiente.
E gli interessi dei privati? Parte di Venezia è già stata venduta. Il molino Stucicy, il palazzo dell`800 sede dell`hotel Hilton, è forse l`esempio più vistoso di come pezzi di città siano finiti sul mercato.
È una tendenza che non risale all`ultima giunta, ma anche alle precedenti: pensare che quando c`è un buco di bilancio si vende un gioiello e si tappa il buco. Ma il problema è proprio questo: si tappa un buco e se ne aprono degli altri. Si deve intevenire con norme e comportamenti di bilancio e di finanza corretti, perché pensare ogni anno di vendere uno o due palazzi, una o due isole, è assolutamente sbagliato.
Adesso è il turno del Casinò.
Il Casinò non è ín fase fallimentare, ma certamente in questo momento rende meno rispetto al passato. L`anno scorso ha reso al Comune tra i 16 e i 17 milioni di giuro, molti meno rispetto a pochi anni fa, quando ne rendeva più di 100 milioni di euro l`anno. Però è un problema di ristrutturazione e riorganizzazione del lavoro, il Casinò è un gioiello nostro: perché metterlo sul mercato? Tra l`altro svendendolo completamente e buttando alle ortiche un`attività che ha sempre reso molto al Comune, alle associazioni e a chi ci ha lavorato attorno. È una visione miope e che fa gli interessi del privato. Cerchiamo di ragionare, invece, nell`ottica della collettività, dell`interesse comune. Allora i gioielli, i palazzi, non si devono vendere. Invece si deve procedere sistemando la finanza in modo strutturale.
Prima però c`è da conquistare Ca` Farsetti. Il suo principale avversario sarà Luigi Brugnaro, imprenditore e presidente della Reyer basket, molto popolare in città. Capo di una grossa agenzia interinale (Umana), ex Confindustria, ex referente per Expo Venezia. Ex, eppure il centrodestra continua a denunciare il rischio di conflitto d`interessi.
Intanto, non so se sarà il mio principale avversario, perché il centrodestra è molto frastagliato. Brugnaro da alcune dí queste situazioni ha dato o darà le dimissioni. Certo è che i conflitti d`interesse vanno assolutamente evitati e cancellati.
Come?
Per esempio, rispetto alla scelta degli assessori e della squadra, ho detto in maniera chiara che dovrà trattarsi di persone che facciano esclusivamente gli assessori a tempo pieno, che siano privi di qualsiasi problema a carattere giudiziario e privi di qualsiasi conflitto d`interessi. Mi pare preliminare addirittura rispetto a qualsiasi considerazione di merito.
Passiamo alla sua parte politica, qui a Venezia il vecchio centrosinistra tiene. Lei è il candidato del Pd, ma con un sostegno ampio. A livello nazionale sarebbe impensabile al momento, come mai questa anomalia?
Non la chiamerei anomalia, noi veneziani potremmo dire che anomalo è il resto. In effetti mi sostiene uno schieramento molto ampio, è segno della ricchezza della società politica veneziana. Poi, il messaggio e le proposte che faccio riguardano tutti i cittadini e perciò possono abbattere tranquillamente le barriere. Quando parlo di Grandi navi o di Casinò, il messaggio va al di là degli schieramenti e parla direttamente ai cittadini.
Invece sul piano nazionale le distanze tra il Pd e sinistra aumentano, perché?
Ci sono delle rigidità maggiori negli schieramenti, c`è un problema di numeri. Se ci si rendesse conto che i numeri, a livello nazionale, potrebbero essere la maggioranza per il centrosinistra, lo si farebbe subito e senza ricorrere a Ncd per governare. Me ne rendo conto adesso che ancora sono in Senato: quando si discute di legalità, di ambiente, di diritti civili, con il Nuovo centrodestra il governo si spacca, la maggioranza si spacca. Abbiamo una cultura diversa, idee diverse ed è anomala questa alleanza. Alla fine di questa legislatura si vedrà. Bisognerà ricreare quest`area di centrosinistra.
Riconoscerà però che si spacca anche il Partito democratico.
Mi pare che per il momento si stia spaccando il centrodestra. Anzi, polverizzando. Guardi il Veneto… Zaia, Tosi. I problemi sono soprattutto all`interno del centrodestra. Vediamo se sarà possibile, data questa situazione, vincere anche in regione.
Ma la sinistra del Pd naviga ancora a vista. Non mi dica di no…
La minoranza del Pd dovrebbe un po` chiarirsi le idee. Dovrebbe essere più chiara nella prospettiva politica, nelle decisioni e nei comportamenti. Quando in Parlamento si ragiona, si va in una certa direzione, poi al momento delle decisioni ci si divide. C`è un problema complessivo di riorganizzazione del mondo della sinistra e della sinistra del Pd, ma direi che è una situazione molto diversa rispetto alle realtà locali. Perché nei territori si ragiona di temi molto più concreti che hanno a che fare con la vita quotidiana dei cittadini. Quando penso ai servizi sociali o alla sicurezza è chiaro che ho delle idee molto lontane da quelle della destra. Per concretizzarle, però, devo convincere i cittadini che queste prospettive potranno essere utili a tutti quanti.
Ancora più a sinistra la riorganizzazione è già in corso. Il 28 si tiene il battesimo in piazza della Coalizione sociale di Maurizio Landini. Come la vede?
È ancora un po` confusa, è una costellazione di posizioni che però se riuscissero a organizzarsi avrebbero pure un senso politico. Il vizio perenne della sinistra è quello di stare a frastagliarsi, dalla Prima, Seconda e Terza internazionale in poi… Invece bisognerebbe che la sinistra si ricomponesse e venissero meno i personalismi. È quello che abbiamo sempre teorizzato, ma in pratica è proprio quello che manca.
Il Pd ha una doppia posizione. Civati dice: non si può non dialogare con Landini, Renzi sembra ignorare questo processo. Lei da che parte sta?
Sono solo tatticismi: quando quella di Landini sarà una posizione politica precisa, bisognerà comunque ragionarci. Sono convinto che sul territorio, ma anche a livello nazionale, non solo si può, ma bisogna dialogare. Poi si decide anche sulla base dei numeri che si hanno. Fatto salvo un mio limite culturale, a parte í fascisti, bisogna ragionare con tutti.