‘Ha prevalso la ragion di Stato e la gente comune fa sempre fatica a capirla, perchè vorrebbe più uguaglianza’
Felice Casson, l`ex giudice istruttore inflessibile e ora nell`area sinistra del Pd, dice: «Ha prevalso la ragion di Stato».
Una volta a settimana con gli anziani. Non è un po` poco per una frode fiscale milionaria?
«Certamente sì, però i giudici, altrettanto certamente, sono rimasti all`interno del recinto normativo. La magistratura di sorveglianza ha un amplissima discrezionalità, che deve valutare le situazioni di fatto, di diritto e personali. Non a caso, a decidere, è un organismo composto anche da non togati».
Ha prevalso la paura delle sue reazioni contro le toghe?
«Penso che i giudici abbiano deciso in autonomia. Proprio l`ampio margine di discrezionalità ha consentito di tenere conto, da una parte del peso notevole di un provvedimento del genere nei confronti di un più volte presidente del consiglio, é dall`altra di consentire, in un periodo di campagna elettorale, la possibilità di muoversi. Forse nei confronti di un qualunque cittadino sarebbero stati più rigidi».
 Qui sta il punto. La gente si chiede perché si usa il guanto di velluto con chi sta affrontando molti processi e ha sempre attaccato le toghe.
«Melo sto chiedendo anch`io. Forse ha prevalso una specie di ‘ragion di Stato’. Che non è mai facilmente comprensibile e accettabile da parte della gentecomune. Proprio perché dovrebbe prevalere il dettato costituzionale dell`uguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge».
Una condanna a 4 anni, di cui 3 indultati. L`anno che resta passato così. Non va a finire che l`ex premier non sconta un bel nulla?
 «È un problema più generale che non riguarda solo lui. La macchina della giustizia penale rischia spesso di girare a vuoto e di non garantire né la certezza della pena, né la punizione dei colpevoli, perché tra condoni, prescrizioni e lentezie, capita troppo spesso che tutto si risolva in un nulla, o quasi».
Vede un legame tra Renzi che considera Berlusconi un interlocutore politico privilegiato e i giudici che gli danno una pena ‘dolce’?
«Sono piani e profili completamente diversi. Renzi opera una scelta politica e sociale di cui ovviamente si prende le respon- sabilità, i giudici si limitano ad applicare delle norme esistenti e approvate dal Parlamento, pur nell`ambito della loro discrezionalità».
Normalmente i giudici concedono in questi casi al condannato di continuare a lavorare? Per il leader di Fi l`attività politica può essere considerata un lavoro?
«Sui generis, ma direi di si, e penso che questa sia stata la valutazione dei giudici».
 Che succede se lui insulta la magistratura?
«Non credo che lo farà, perché non farebbe il suo interesse, visto anche il tenore del provvedimento del tribunale».
Con questa storia non si rischia di dare un altro colpo negativo alla giustizia?
«È un rischio che i giudici avranno sicuramente valutato».