La via giusta è eleggere i senatori insieme ai consigli regionali. E’ eresia?
«Sono stati fatti passi avanti, ma al momento siamo in mezzo al guado». Le modifiche alla riforma del Senato soddisfano solo a metà il senatore dem Vannino Chiti.
 Senatore, come valuta gli emendamenti dei relatori?
 «Alcuni sono molto simili a quanto da noi richiesto. Quindi la prima domanda è: allora non eravamo dei sabotatori?».
Quali sono le modifiche che la soddisfano?
«Sulle competenze ci sono stati passi avanti. Mancano ancora, però, i grandi temi dei diritti civili: libertà religiosa, leggi eticamente sensibili, diritti delle minoranze. E poi il numero dei senatori, che ricalca esattamente il nostro emendamento. Manca però la ri- duzione dei deputati: su questo punto c`è stato scarso coraggio da parte del governo».
Sull`elettività dei senatori, invece, per ora uscite sconfitti.
 «Ancora non ci siamo. Si sarebbe potuto ricalcare esattamente il Bundesrat, ma manca la convinzione delle forze politiche. La via più giusta per risolvere il problema, allora, è eleggere i senatori insieme ai consigli regionali. E un`eresia?».
Proverete ancora a cambiare il testo?
«La nostra battaglia continuerà alla luce del sole, presentando emendamenti in Aula». Eppure il patto fra i partiti sembra consolidarsi.
«Guardi, in commissione la Lega aveva presentato emendamenti per l`elezione diretta dei senatori, l`assemblea del gruppo di FI avevavotato in questo senso, il M5S e il Ncd si erano espressi allo stesso modo. Se queste promesse non si sciolgono come neve al sole, ci sono possibilità di cambiare».
Senza modifiche, voterà comunque questo testo?
«Siamo a metà del guado: sono stati fatti passi avanti, ma manca dell`altro. Così, insomma, non funziona. Ma se si vuole una buona minestra-è un`espressione di Renzi- si può fare».
Insisto: voterebbe questa riforma così com`è?
«Così com`è non la voterei, ma penso che con le modifiche si possa dare un voto a favore. Mi batto per superare questo deficit. Le cose si sono già mosse rispetto alla prima versione».
In Aula si rischia la frattura tra voi e il Pd?
«No, perché la frattura non era sul merito, ma sull`articolo 67 della Carta. In commissione non c`è stata una sostituzione, ma una destituzione. E io mí sento offeso, perché nella vita ho condotto battaglie solitarie, ma mai sono stato sleale». Sugli emendamenti immagina una sponda con il M5S?
«Il confronto è con tutti i partiti, senza pregiudiziali, quindi anche con il M5S. Io non ho mai contestato il rapporto con FI sulle riforme, ma solo che potesse essere esclusivo».

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