“Nel Pd bisogna ritrovare una fiducia reciproca. Il dibattito e un rischio di rottura non sono nati in questi ultimi giorni né le divergenze riguardano la data o i tempi del congresso. La questione è un’altra: con quello che sta cambiando nel mondo, le disuguaglianze crescenti, i rischi di guerre e il terrorismo, le sfide portate alla democrazia, è necessario o no mettere a fuoco cosa deve fare il Pd, le sue priorità, la sua cultura politica?”
Lo scrive il senatore Pd Vannino Chiti nel suo blog su Huffington Post.
“Per farlo – aggiunge – ci si può affidare allo statuto che abbiamo, ai congressi come li abbiamo fatti finora? Sono sufficienti la corsa per la leadership, la conta, un residuo di discussione politica? C’è o no la necessità di un approfondimento alto, capace di coinvolgere il nostro mondo, le competenze e le energie che dobbiamo saper raccogliere? Poi verranno le distinzioni, le scelte del leader più adeguato. Prima deve esserci un impegno comune, non affidato alla sola mozione di chi vincerà il congresso. È come se discutessimo su chi deve guidare il treno, senza aver deciso il suo percorso e la stessa disposizione dei vagoni. Non si tratta di un dispetto o un favore da fare a Renzi, bensì il contributo dì una grande sinistra plurale per sconfiggere i populismi reazionari, le destre antidemocratiche, realizzare una democrazia sovranazionale in Europa, una società più giusta, affermare i diritti umani e della non violenza.
Si devono e possono evitare rotture drammatiche nel Pd – conclude Chiti – se centrali tornano ad essere la politica e la responsabilità”.


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