‘L’Italia è messa sotto inchiesta (la cosidetta Pilot, che precede la procedura di infrazione) perché da anni cattura uccelli selvatici per farne richiami vivi. Una pratica vietata dalla direttiva Uccelli. I recenti tentativi di modifica alla Camera non hanno ottenuto i risultati richiesti dalla Corte di giustizia. La Commissione europea dice che la cattura degli uccelli a fini di richiamo va esplicitamente vietata; che non esistono reti selettive, perché la cattura con le reti è di per se stesso un metodo non selettivo e dunque vietato; che la legge non può prevedere deroghe strutturali, ordinarie. Le deroghe sono misure eccezionali, da prevedere solo a determinate condizioni. Inoltre l’Europa ci dice che si può fare a meno dei richiami vivi, ad esempio cacciando senza richiami (come fanno in gran parte d’Italia e d’Europa) o con richiami a bocca, o al limite con richiami di allevamento. In ogni caso, le catture vanno vietate’. Lo afferma la senatrice del Pd, Monica Cirinnà. ‘Il Governo ha compreso questo punto e ha infatti abbandonato il testo della legge Europea prevedendo, nel decreto 91, il cosiddetto Dl competitività, un nuovo testo, che vieta la cattura, sebbene permetta ancora un ricorso generale alle deroghe e permette l’utilizzo di richiami di allevamento. Solo il divieto esplicito di cattura può evitare all’Italia la condanna dell’Europa. E non esistono reti selettive. Se dovesse essere elaborato un emendamento che apre alla possibilità strutturale di deroghe – continua la parlamentare democratica – il disastro dei richiami vivi non si arresterà e forse addirittura diventerà peggiore’. ‘Per questo io credo che l’unica soluzione possibile sia quella di attenersi rigorosamente al testo del governo. Chiedo quindi ai presidenti delle commissioni Ambiente e Industria del Senato di non produrre emendamenti peggiorativi del testo. I richiami vivi sono veramente una pratica aberrante e inaccettabile. Futile, superflua e veramente violenta nei confronti di animali selvatici che vivono viaggiando per decine di migliaia di chilometri. Io penso – conclude la Cirinnà – che l’Italia, nel semestre della sua presidenza europea, possa cogliere una importante occasione di civiltà attesa da decenni’.

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