«Io ancora mi sveglio la notte quando penso a quel pomeriggio del 16 febbraio quando cercavo al telefono i colleghi 5 Stelle che avevano promesso di votare le unioni civili e nessuno di loro si faceva trovare. Tutti spariti. Un`ora dopo eravamo in aula, vicino alla porta, io, Zanda, la loro capogruppo e ci comunicarono che non avrebbero votato il premissivo Marcucci. È stato il momento più brutto della mia vita vita politica. Una sensazione orribile. Una vera imboscata. Degna dei peggiori intrighi di palazzo. Da allóra non ho più avuto dubbi sulla natura del Movimento».
Monica Cirinnà è stata la mamma della legge sulle unioni civili arrivata imperfetta, senza la stepchild adoption, alla meta per colpa di un inatteso e non previsto voltafaccia dei 5 Stelle. Per la sua esperienza, qual è la vera natura del Movimento?
«15 Stelle sono tutto e il contrario di tutto. Sanno solo parlare alla pancia delle persone, sono demagogici, inseguonoil più basso populismo. A parte la legge sulle unioni civili dove il voltafaccia è stato clamoroso, in aula e nelle varie commissioni ci sono ormai decine di esempi di voti contrari dei 5 Stelle su temi di diritti civili e giustizia che diresti essere anche un loro patrimonio. Mi riferisco allo stop ai vitalizi dei parlamentari condannati, al no alla legge per l`assistenza dei figli con handicap dopo la morte dei genitori, al no alle legge sul voto di scambio politico mafioso. L`elenco è lungo».
Spesso, in Parlamento, hanno votato con la Lega. Stupita da questa offerta di voti leghisti ai ballottaggi?
«È un pezzo che i 5 Stelle inseguono i voti leghisti. Fossi in Salvini starei attento: una volta dati in prestito, potrebbe essere difficile recuperare. In questa affinità giocano due elementi evidenti: il populismo e l`odio verso il Pd e il premier Renzi. Non c`è proposta nei loro no. Solo il gusto di dire no».
Torniamo alle unioni civili. Ha trovato spiegazioni a quel voltafaccia?
«Fu quello il primo vero atto di questa lunga campagna elettorale che arriverà fino ad ottobre. 1116 febbraio l`aula era convocata per votare il premissivo Marcucci che fermava i 5 capisaldi della legge. Conservo ancora l`sms di Airola, il senatore 5 Stelle che per due anni ha collaborato con me alla scrittura del testo, con cui la sera de115 febbraio mi diceva “tutto ok, voteremo il Marcucci sia intero che spacchettato. Fateci sapere cosa fate”. Oltre a me anche altri del Pd avevano ricevuto messaggi analoghi. Eravamo più che tranquilli. Il giorno dopo, i116, quando arrivai al Senato seppi dai colleghi che i 5 Stelle erano riuniti. Non so da chi e perchè.. In quella riunione è cambiato tutto. Si disse che arrivò l`ordine di Grillo, dello stesso Casaleggio. Fatto sta che rinnegarono la parola data. Molti hanno rinnegato se stessi. Quel voto è stato il segnale preciso del riposizionamento a destra esplicitato durante la campagna elettorale».
All`inizio della legislatura la situazione era diversa?
«Al Senato la parte più di sinistra ha lasciato da un pezzo, espulsi, dimissioni. E tra i 35 rimasti, erano 54 i senatori eletti, ce ne sono ancora che soffrono questa gara a urlare sui temi più bassi e beceri».