“Questo 8 marzo lo dedico a tutte le DONNE che scappano dalle guerre e dalle violenze: alle DONNE ucraine, alle DONNE siriane, alle DONNE afghane, alle DONNE che scappano dalla Libia, alle DONNE kurde, alle DONNE irachene e palestinesi. Alle tante DONNE russe che sfidano la dittatura di Putin per chiedere la pace.E’ profondamente giusto che si pensi a misure eccezionali di protezione umanitaria per chi scappa dalla guerra in UCRAINA ed è altrettanto profondamente ingiusto che questo non sia successo anche per chi scappa dagli altri conflitti, per le DONNE siriane, per le afghane e per tutte la altre vittime di violenza”. Lo scrive in un post su Facebook la sen. Monica Cirinnà, responsabile Diritti del PD. “La guerra è l’espressione massima del machismo e del patriarcato per questo colpisce prima di tutto le DONNE, costrette a lottare per la sopravvivenza propria e della propria famiglia – aggiunge – Dobbiamo parlare solo ed esclusivamente di pace, di negoziati e diplomazia, o a farne le spese saranno, in primis, le DONNE. Non è un caso che uno dei crimini più diffusi, durante le guerre, sia lo stupro: ce lo insegna la storia di tutti i conflitti che hanno attraversato il mondo. E non è un caso che all’origine di questo conflitto ci sia parte di quel potere -politico ed economico- che finanzia eventi come il Congresso della Famiglia che abbiamo visto celebrare qualche anno fa a Verona”. “C’è un’internazionale oscurantista e sovranista che vuole relegare le DONNE ai ruoli più marginali della società e annullare le conquiste faticosamente fatte negli ultimi decenni – conclude CIRINNÀ – E le ragioni sono evidenti: più le DONNE conquistano spazi e si autodeterminano, più sfuggono agli schemi pensati per loro dagli uomini, più il patriarcato vede franare il terreno sotto i propri piedi. Un’internazionale oscurantista che ha trovato ampia sponda anche nel nostro Paese: non dimentichiamolo mai. Non esistono profughe di serie A e profughe di serie B, DONNE di serie A e DONNE di serie B: ogni donna deve avere il diritto di scegliere per se stessa dove vivere lontana dalla violenza, di scegliere il tipo di vita che preferisce, quando e come avere dei figli senza che questo significhi rinunciare a tutto il resto, scegliere di non avere figli o di interrompere una gravidanza senza essere marchiata a vita, scegliere se amare un’altra donna.Ogni donna, infine, deve avere il diritto di vivere secondo l’identità di genere che più sente propria, senza essere additata perfino come un pericolo. Questo 8 marzo lo dedico alle DONNE profughe, tutte, alle DONNE che scelgono liberamente e a quelle che con coraggio lottano per scegliere, alle DONNE che fanno rete, si supportano e si sostengono, e a tutte noi che lavoriamo per la pace”.


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