“Gli spifferi suggeriti e raccolti dal Corriere della Sera sulla candidatura del Pd per Roma sono a dir poco fuorvianti, oltre che legati alla solita tattica di lanciare il sasso e nascondere la mano che tanto male ha sempre fatto al nostro partito. Insieme a questa pratica ormai stucchevole di dare sempre la colpa ad altri. Il disco rotto, ormai da settimane, è mettere in mezzo Goffredo Bettini, qualsiasi cosa succeda”. Lo dichiara la senatrice del Pd Monica Cirinnà.
“Non si tratta di discutere della qualità della candidatura di Gualtieri, ottima persona e ottimo candidato – aggiunge – Si tratta di ribadire un punto determinante che da mesi si sottolinea e da altrettanto tempo il partito romano e nazionale non raccolgono. Già dallo scorso settembre in tante e tanti ribadiamo che il percorso naturale per definire la candidatura per Roma è quello di dare vita a un campo ampio e partecipato, che non passi attraverso i soliti caminetti stantii, ma dalle primarie. Solo domenica scorsa, del resto, il nostro neo segretario ha ribadito la necessità che il Pd si apra e accolga altre esperienze, dialoghi e si confronti, apra le porte. E ricordo, non ultimo, che secondo lo statuto del Pd di Roma le primarie sono obbligatorie”.
“Voglio sperare che il segretario cittadino Casu e quello regionale Astorre – prosegue – facciano da garanti dell’applicazione dello statuto che liberamente ci siamo dati e che ora ci vincola. Questa è stata, fin dall’inizio ormai otto mesi fa, l’opzione di tutte le donne e gli uomini che si sono messi a disposizione. Ed è quello a cui guardano i movimenti, le associazioni, i collettivi e i comitati che da tantissimo tempo fanno un lavoro preziosissimo sulla città, quartiere per quartiere”.
“Mi sono sentita dire più volte anche in modo ruvido e arrogante che la pandemia non consente di organizzare le primarie – conclude Cirinnà – Ma basta guardare fuori dal nostro orticello per vedere che in tutto il mondo si vota, ultima la Germania. Ci sono molti modi e tecnologie per ovviare al problema, reale, degli assembramenti. Noi stessi abbiamo eletto il segretario online. Per le primarie di Roma, invece, la pandemia viene utilizzata come alibi per comprimere spazi di partecipazione. Questo significa non avere capito niente né di Roma né della crisi che vive il partito”.