“Siamo molto preoccupati per le notizie che arrivano dalla frontiera turca e dell’annuncio del presidente Erdogan di voler continuare ancora a lungo l’attacco contro i curdi nel distretto di Afrin”.
Così il senatore del Partito democratico Roberto Cociancich, responsabile della Cooperazione internazionale per il Pd, nel corso della conferenza stampa a Palazzo Madama dal titolo ‘Rojava ha sconfitto l’Isis in Siria, e ora?’ che ha promosso insieme al presidente dell’intergruppo parlamentare di amicizia Italia – Kurdistan iracheno, l’onorevole dem Giuseppe Romanini, in collaborazione con l’Istituto di cultura curda in Italia.
“Siamo tutti amici della Turchia, amici del popolo turco oltre che curdo, ma quello che viene annunciato non è accettabile – ha sottolineato Cociancich in riferimento all’attacco turco nel nord della Siria -quello in Rojava è un gioco che si scatena sulla pelle delle persone e in particolare della popolazione civile. Il nome dell’operazione militare “Ramo d’ulivo” è inconciliabile con la volontà di ‘strangolare nella culla’ la neonata realtà politica curda. I combattenti curdi hanno dato un contribuito fondamentale per sconfiggere in modo efficace una delle più grandi minacce alla sicurezza per l’Occidente” ha concluso Cociancich esprimendo profonda preoccupazione per le notizie che arrivano da Afrin dei “bombardamenti a tappeto contro i civili”.
”L’operazione militare lanciata dalla Turchia nel Kurdistan siriano è un genocidio che svuoterà la regione e porterà gruppi integralisti e fondamentalisti quali Al Nusra, Al Qaeda e Isis a occupare questa zona della Siria” ha denunciato Asiya Abdulla, co-presidente del Movimento della Società Democratica, già co-presidente Partito dell’Unione Democratica in collegamento telefonico da Afrin – Solo oggi le vittime civili, dove vivono circa 500 mila persone, sono oltre una ventina. Si tratta di profughi provenienti dalle zone vicine a Afrin. Altri 47 i civili sono ricoverati con ferite gravi, mentre altre 69 persone hanno bisogno di cure mediche”.
“L’Unione europea faccia pressione sulla Turchia per fermare questa offensiva a Afrin. Noi non rappresentiamo nessun pericolo né per la Turchia né per gli altri Paesi vicini, il nostro obiettivo è vivere in pace con tutti” l’appello lanciato nel corso della conferenza da Sherwan Hassan, rappresentante in Europa del Partito dell’Unione democratica del Kurdistan siriano (Pyd).
“I curdi siriani del Rojava – ha spiegato l’esponente del Pyd – stanno combattendo per proteggere i profughi, in una regione che, se svuotata, porterà gruppi legati all’Isis a prendere il controllo di nuove zone. L’offensiva turca si avvale del sostegno di 25 mila combattenti integralisti mentre i curdi a Afrin sono gli stessi che hanno liberato Raqqa e le altre regioni della Siria dall’Isis e hanno resistito a Kobane: non c’è equilibrio tra le forze in campo e le armi che vengono utilizzate dalla Turchia sono armi dei Paesi Nato”.
”Noi – ha concluso Hassan – continueremo a combattere il terrorismo per il popolo curdo e per tutta la comunità internazionale”.