‘Con il voto a favore della proposta del senatore Moscardelli per respingere l’utilizzo delle intercettazioni che coinvolgono Azzollini abbiamo semplicemente richiamato l’applicazione del principio di legalità. Sino a quando la normativa costituzionale vigente non sarà modificata, tutti, anche noi, siamo tenuti al rispetto delle regole. Non si può chiedere l’utilizzo delle intercettazioni non avendone chiesto, a suo tempo, la preventiva autorizzazione in ragione della conoscenza della carica ricoperta dal parlamentare’. Lo dichiara Giuseppe Cucca, capogruppo Pd in Giunta delle elezioni e delle immunità. ‘Dagli atti è emerso un ragionevole dubbio – spiega – circa la data dell’effettivo inizio delle indagini a carico di Azzollini per il reato di associazione a delinquere. Si tenga presente che mentre il senatore Azzollini è stato indagato sin dal 2009 per il solo reato di abuso d’ufficio, tutti gli altri imputati con i quali adesso egli condivide le stesse sorti processuali, nella stessa data erano già stati iscritti anche per il reato di associazione a delinquere che, questo sì, consente le intercettazioni telefoniche. Ne consegue che certamente non potevano essere considerate occasionali le intercettazioni indirette che coinvolgevano anche il senatore Azzollini. Pertanto non potevamo in alcun modo autorizzare l’utilizzo di intercettazioni eseguite avendo ben presente che chi ascoltava assai probabilmente aveva cognizione della carica ricoperta dal parlamentare. Chiunque fa proclami strumentalizzando il voto dell’Aula – conclude Cucca – mortifica il contenuto della Costituzione al cui rispetto siamo tutti vincolati’.

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