• Il nostro Paese vanta una leadership mondiale nelle politiche spaziali e aerospaziali, con un comparto che conta circa 6.000 addetti e ricercatori. Stiamo parlando di più di 200 aziende, di cui gran parte PMI innovative, che produce un fatturato complessivo di circa 1,6 miliardi, con 5 euro generati da ogni singolo euro di investimento in orbita.

 

  • L’importanza di questa filiera però non deriva solo dal contributo che può garantire in termini di occupazione e fatturato, ma dal fatto che integra e promuove lo sviluppo di competenze, processi e tecnologie vitali per l’economia nel suo complesso. Gli sforzi del settore spaziale ed aerospaziale per garantire i rigidi standard richiesti portano allo sviluppo di tecnologie che spesso sono trasferite ad altri comparti produttivi. Questo comparto rappresenta perciò uno dei tasselli fondamentali nel quadro delle alte tecnologie, dove industria, università e comunità scientifica italiane sono riuscite a consolidare una posizione di rilievo nel quadro internazionale, sviluppando importanti eccellenze.

 

  • In una prospettiva di crescita del Paese non si può, quindi, prescindere dalla salvaguardia e valorizzazione di questo settore che oggi rappresenta un tassello fondamentale per l’innovazione nell’industria e nel sistema economico nazionale, oltre che in tema di sicurezza e difesa.

 

  • La necessità di riorganizzare questo comparto nasce, da un lato, dai profondi cambiamenti avvenuti negli ultimi trenta anni, mai del tutto recepiti a livello legislativo, e dalla conseguente diversa finalità del settore spaziale, che da politica è diventata sempre più economica, e, dall’altro lato, dal fatto che le attività spaziali e aerospaziali coinvolgono molteplici settori sotto la competenza di diversi Ministeri.

 

  • Con il ddl si prende atto della necessità di una lettura multidisciplinare delle tematiche spaziali ed aerospaziali, che guardi ad industria, difesa, ambiente, ricerca, trasporti, agricoltura, vocazioni regionali e politiche comunitarie, al fine di garantire un coordinamento il più possibile completo ed efficace delle politiche del settore.

 

  • La cabina di regia istituita presso la Presidenza del Consiglio coordinata dal colonnello Paolo Puri ha in qualche modo anticipato lo stesso modello istituzionale previsto dal disegno di legge. Quindi ben venga questa concreta applicazione del modello che anticipa la soluzione legislativa che darà una cornice normativa a una prassi positiva che ha determinato risultati importanti, sia nel coordinamento delle politiche a livello nazionale, sia nel convogliare imprese, sistemi industriali e i vari ministeri coinvolti.

 

  • Analizzando nel dettaglio il ddl, l’articolo 1 reca la finalità della legge stabilendo che per assicurare il coordinamento delle politiche spaziali e aerospaziali e di favorire l’efficacia delle iniziative dell’Agenzia Spaziale Italiana, l’alta direzione, la responsabilità politica generale e il coordinamento delle politiche dei Ministeri relative ai programmi spaziali e aerospaziali sono attribuiti al Presidente del Consiglio.

 

  • L’articolo 2 prevede l’istituzione presso la Presidenza del Consiglio dei ministri del Comitato interministeriale per le politiche relative allo spazio e alla ricerca aerospaziale, la cui composizione e il cui funzionamento sono disciplinati dello stesso articolo 2, che elenca anche le funzioni e i compiti ad esso attribuiti.

 

  • In particolare, il Comitato, avvalendosi del supporto tecnico-scientifico dell’Agenzia Spaziale Italiana e di eventuali altri esperti del settore, ivi compreso il settore industriale, avrà il compito di definire gli indirizzi del Governo in materia spaziale e aerospaziale con riferimento anche alla ricerca, all’innovazione tecnologica e alle ricadute sul settore produttivo, nonché in ordine alla predisposizione e all’approvazione del Documento strategico di politica spaziale nazionale che definisce la strategia politica e le linee di intervento finanziario per lo sviluppo di tecnologie industriali innovative e di servizi applicativi spaziali a favore della crescita economica del Paese.

 

  • Il Comitato, inoltre, dovrà da un lato indirizzare e supportare l’ASI nella definizione di accordi internazionali e nelle relazioni con organismi spaziali internazionali; dall’altro assicurare il coordinamento dei programmi e dell’attività dell’ASI con i programmi e con le attività delle amministrazioni centrali e periferiche.

 

  • Indubbiamente, la riforma di questo settore porterà ricadute positive sull’industria e sulle PMI operanti nel settore. Nella nuova prospettiva, tra i principali obiettivi del Comitato interministeriale vi è la definizione e l’incentivazione di forme di sinergia e di cooperazione nel settore spaziale tra gli enti di ricerca, le amministrazioni pubbliche e il mondo dell’impresa; la determinazione delle priorità di ricerca e degli investimenti pubblici del settore al fine di diffondere la ricerca scientifica e tecnologica applicata al settore spaziale e aerospaziale e lo sviluppo di servizi innovativi, nonché di favorire lo sviluppo e la competitività del sistema produttivo italiano e il potenziamento tecnologico delle piccole e medie imprese.

 

  • Infine, il Comitato promuoverà lo sviluppo dei programmi spaziali e aerospaziali che coinvolgono aspetti di sicurezza nazionale, con particolare riferimento alle applicazioni per la sicurezza civile e militare, anche in raccordo con i programmi internazionali ed europei a valenza strategica, nonché dovrà favorire il trasferimento di conoscenze dal settore della ricerca ai servizi di pubblica utilità, con riferimento ai settori dell’ambiente, del trasporto e delle telecomunicazioni.

 

  • Gli articoli da 3 a 6 garantiscono il coordinamento delle disposizioni che concernono le politiche spaziali e aerospaziali, nonché le norme riguardanti l’Agenzia Spaziale Italiana per la quale viene ribadita la sua autonomia statutaria, scientifica, organizzativa, amministrativa, finanziaria, patrimoniale e contabile. La continuità dell’azione dell’Agenzia Spaziale Italiana è infatti il presupposto inderogabile per garantire la prosecuzione dei programmi spaziali in atto e per una strategia chiara per lo sviluppo dell’industria spaziale in Italia. L’ASI, anche tramite la partecipazione al Comitato interministeriale, assurgerà a soggetto fondamentale in termini di governance generale del sistema, fungendo da raccordo tra il sistema industriale e della ricerca e tutte le istituzioni nazionali e internazionali.

 

  • In sintesi, con questo provvedimento si rende merito a una delle eccellenze più straordinarie del nostro Paese costruendo una governance non solo di primaria rilevanza da punto di vista politico-istituzionale, utile a dar autorevolezza a chi opera in tale settore, ma si valorizza la caratteristica di fattore fondamentale per la crescita e la competitività del sistema Italia di un comparto che con legittima ambizione vede oggi il nostro paese in una posizione di leadership mondiale sia nella ricerca che nell’industria che nei servizi applicativi: con queste norme le istituzioni, a cominciare da Governo e Parlamento, suggellano tale importanza strategica e mettono le basi per ulteriori ed importanti successi del settore dell’aerospazio italiano nel mondo.