La relatrice del decreto: ‘Passiamo dai rimborsi elettorali a una valutazione di merito che faranno i cittadini anno per anno’
Sarà un battesimo di fuoco quello della senatrice Pd Isabella De Monte, relatrice del decreto legge approdato in Commissione Affari costituzionali di Palazzo Madama sul finanziamento ai partiti. Il M5S ha annunciato che quello che è accaduto con il decreto Bankitalia, accadrà ancora, ogni volta. L`inizio del Vietnam in Parlamento, e sul finanziamento ai partiti Grillo ha il coltello tra i denti, è uno dei motivi su cui si fonda il suo stesso movimento. Stasera, dopo il passaggio in Commissione bilancio, il testo torna agli Affari Costituzionali per approdare in Aula giovedì, quando si inizierà a ballare su quasi 180 emendamenti.
 Preoccupata? Il M5S farà le barricate per far abolire il finanziamento subito, senza alcuna transizione.
«Diciamo che sono pronta… Ma noi dobbiamo essere realisti e riuscire a spiegare ai cittadini che questo periodo di transizione è necessario perché un partito ha un suo radicamento, delle sedi, cioè luoghi dove i militanti possono incontrarsi e partecipare realmente a forum, iniziative e tutto ciò ha un costo. Il M5S non ha sedi, tutto si svolge sul blog di una persona e non di un partito, tutto corre on line e questo già di per sé è escludente per tutti coloro che non hanno possibilità o capacità di navigazione. Mi auguro comunque, anche conoscendo i miei colleghi cinquestelle al Senato, che non si ripeta quanto accaduto alla Camera. Fare politica, essere istituzione, vuol dire essere propositivi, non distruttivi, anche dall`opposizione».
Da una parte il M5S, dall`altra chi, come Ugo Sposetti difende il rimborso legato alle elezioni. Abolirlo, dice, significherebbe far risparmiare agli italiani un euro e 50 centesimi, ma per la democrazia sarebbe un danno gravissimo. Le sembrano motivazioni campate per aria?
 «Le risorse vanno considerate nella loro globalità e sono importanti quelle che oggi vengono destinate al rimborso ai partiti. In una situazione come questa dobbiamo dare segnali concreti rispetto ai tagli dei costi della politica. Io non vedo un rischio per la democrazia perché noi passiamo dai rimborsi elettorali ad una valutazione di merito che farà ogni singolo cittadino, anno per anno».
Lei se lo immagina l`italiano furibondo con la politica, in un momento in cui il consenso verso i partiti è crollato, dare il proprio contributo?
«Voglio continuare a credere che non tutti i cittadini auspichino la morte della politica e dei partiti, come evoca Grillo. D`altra parte in questo decreto sono tracciate due modalità: quella del 2 per mille e quella della contribuzione volontaria che per importi dai 30 euro in su prevede la detrazione fiscale. Ma questa è anche una sfida che i partiti devono vincere riconquistando sul campo la fiducia degli elettori che purtroppo in passato hanno invece deluso. Voglio sperare che da qui riparta anche una politica davvero partecipata e non mi riferisco certo alle modalità di cui parla Grillo. Penso alle decisioni prese nei luoghi fisici, come accade nel Partito democratico, e non a consultazioni via web dove possono partecipare pochi e selezionati elettori».
Ossia, la democrazia costa.
«È vero, la democrazia non è gratis, ma noi dobbiamo andare verso una progressiva e costante riduzione delle spese, come già sta avvenendo peraltro. Risparmiare ulteriormente è possibile e se penso alle consulenze, per esempio, credo che d`ora in poi i partiti possano avvalersi della competenza degli amministratori locali o dei loro dirigenti. Insomma, dobbiamo impegnarci per capire come e dove risparmiare perché non possiamo ignorare quello che è avvenuto in passato, quando cifre importanti sono state gestite in maniera non trasparente da diversi partiti e in alcuni casi per fini personali».
Non crede che insieme alla riduzione dei costi, che è necessaria, i partiti possano riacquistare credibilità tornando a fare politica?
«I partiti sono associazioni e il successo di un`associazione dipende dai risultati che sa dare. Credo che l`antipolitica nasca da qui: dall`incapacità dei partiti a dare risposte concrete ai problemi delle persone. Vorrei che fosse chiaro che questa legge non è una risposta alle richieste di Grillo ma la risposta ad una necessità reale: tagliare i costi della politica. Ma bisogna farlo con responsabilità».