“Credo che la manifestazione di Sabato
25 novembre abbia rappresentato un fatto politico, qualcosa che
segna un prima e un dopo che ci richiama ad un senso di
responsabilità collettivo. Il dramma di Giulia Cecchettin ha
cambiato nella nostra societa’ l’ordine delle domande,
concentrando l’attenzione sulla cultura patriarcale che genera
la violenza degli uomini sulle donne”. A dirlo e’ Cecilia
D’Elia, senatrice e vicepresidente Pd della Commissione
bicamerale sul femminicidio, ai microfoni di Radio Immagina, la
web radio dem.
“La cultura del possesso, dello stupro e del controllo –
riprende – attraversa ogni strato della societa’ e non ha
confini territoriali, nei conflitti lo stupro e’ arma di guerra,
basti pensare a cosa hanno subito le donne israeliane durante
l’attacco di Hamas, a quello che stanno vivendo le donne
palestinesi. La violenza sulle donne e’ infatti una questione
politica che riguarda un pezzo grande della societa’. E’ per
questa ragione che parliamo, che quella grande piazza ha
parlato, di rivoluzione culturale, di educazione
all’affettivita’ e alle differenze e di assunzione di
responsabilita’, di cambiamento necessario degli uomini”.


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