“I dati Istat sono chiari e impietosi: nonostante un lieve incremento dell’occupazione femminile, essere donna in Italia significa scontare una discriminazione enorme, nel mondo del lavoro e nella condivisione dei carichi di cura. Una realtà ancora più pesante e grave per chi vive nel Mezzogiorno o ha figli”. Lo dice la senatrice del Pd Cecilia D’Elia, portavoce della Conferenza delle Democratiche.

“Rispetto agli altri paesi europei – prosegue D’Elia – l’Italia è maglia nera in tema di parità, con un divario fortissimo tra le realtà territoriali del nord e del sud. L’Italia resta, insieme a Malta e Grecia, uno dei paesi europei con la più bassa componente femminile nell’occupazione. Sappiamo che si tratta in gran parte di lavoro povero e part time involontario. Ad essere penalizzate ancor di più sono le donne con figli. L’Italia è in caduta libera sulla parità, lo aveva già certificato il World Economic Forum nell’edizione 2023 del Global Gender Gap Report – su 146 paesi coinvolti nell’indagine, perde 16 posizioni rispetto al rapporto del 2022, scendendo dal 63esimo al 79esimo posto. Il rapporto Istat ci dice anche altro e cioè che l’Italia si attesta ad un valore nettamente inferiore rispetto alla media europea circa il numero di bambini che frequentano i nidi. Il 28% contro il 50%. A questo si aggiunge un più generale sottoinvestimento nei servizi alle famiglie. Tutto questo conferma dunque le ragioni che avevamo portato nel Pnrr l’obiettivo dell’occupazione femminile e dell’investimento nei servizi educativi per l’infanzia, per colmare tali diseguaglianze che bloccano il futuro dell’Italia. Quello a cui assistiamo invece è un’assenza di chiarezza del Governo sui progetti del Pnrr e misure in tema di lavoro che acuiscono la precarietà e accentuano le disparità. Il dl Lavoro infatti aumenterà il lavoro povero femminile. La strada – conclude D’Elia – è un’altra, intanto salario minimo e congedi paritari, più welfare, rafforzamento dell’assegno unico, per invertire la rotta e colmare diseguaglianze insopportabili che bloccano il Paese”.


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