C’è una cosa nell`invito di D`Alema a riaprire il dialogo con i 5Stelle che
proprio non mi convince», dice Graziano Delrio, ex ministro e parlamentare dem fra più autorevoli.

Che cosa senatore?

«La divisione dei compiti. Nel suo schema esiste un movimento a sinistra, guidato da Conte, che si deve occupare degli ultimi, e un Pd liberalcentrista chiamato a fare altro. Una visione non solo sbagliata, ma in contrasto con la vocazione di un partito, il nostro, nato con l`ambizione di rappresentare tutti gli strati sociali: i lavoratori ma anche gli artigiani e i piccoli imprenditori che il lavoro lo creano, chi è fragile economicamente e chi produce ricchezza».

Ma allora perché gli operaie le categorie più deboli hanno girato le
spalle al Pd e votano 5S?

«Loro, rispetto a noi, sono stati capaci di usare parole più nette e radicali, che però è cosa diversa dai comportamenti. Il salario minimo, di cui adesso Conte parla molto, era una proposta presentata dal Pd nel 2018 che però l`allora premier al governo con la Lega si guardò bene dall`abbracciare. C`è una enorme distanza fra le parole e i fatti, ma le parole contano e noi dobbiamo ritrovarle, senza averne paura. Il Pd, per esempio, è sempre stato a favore della pace, della diplomazia, ma se poi la parola pace la pronunciamo poco o quasi mai, è naturale essere identificati solo con quelli che sostengono militarmente l`Ucraina. O ancora: le tasse sul lavoro sono state costantemente abbassate dai governi di centrosinistra, ma noi abbiamo scordato di rivendicarlo».

Quindi non crede che il M5S sia di sinistra? È una collocazione scelta da Conte solo per convenienza?

«Sono i 5Stelle ad aver sempre sostenuto di non essere né di destra né di sinistra, incarnazione di una forza destinata a scardinare il bipolarismo, che ha originato la grande affermazione di cinque anni fa. Io sto alla definizione che si sono dati loro. È un fatto che abbiano combattuto battaglie anche di destra quando hanno criminalizzato le Ong o varato i decreti sicurezza».

In questa gara per il primato nel campo progressista c`è spazio per una ripartenza del dialogo Pd-5S?

«Io sono favorevole, ma non con la divisione dei compiti tratteggiata da D`Alema: il M5S dalla parte degli ultimi e il noi dei terzultimi. E poi non è neanche necessario stare uniti all`opposizione: Meloni era contro il governo Draghi, ma non ha avuto problemi a ritrovare i suoi storici alleati alle elezioni locali e nazionali».

Si può fare anche a sinistra?

«Il Pd deve portare avanti le sue battaglie in Parlamento e nel Paese e su quelle costruire un`intesa con le forze sociali e politiche che le condividono, contro l`esecutivo più a destra della storia. Ricordo che per dialogare bisogna essere in due: non possiamo sempre star lì a prendere sberle, sparare su di noi sembra ormai lo sport nazionale. Quindi ora basta: opposizione dura al governo, con chi ci sta. Senza precludere alcuna alleanza a livello territoriale».

Ma restare disuniti non è un favore alla maggioranza?

«Il governo Meloni ha esordito occupandosi di rave e no vax, anziché di chi non arriva alla fine del mese. Noi in legge di bilancio vogliamo aumentare l`assegno unico alle famiglie e tagliare le tasse sul lavoro, con l`inflazione all` 11% la perdita del potere d`acquisto dei salari è un`emergenza: se Calenda e Conte ci stanno possiamo lavorarci subito. Mettere più soldi in busta paga dev`essere la nostra priorità».

Finora Conte vi ha sempre risposto picche e i sondaggi gli stanno dando ragione. È una scelta calcolata per prosciugare il Pd?

«Sì, io penso che lo faccia anche per recuperare consenso, sa bene di avere un elettorato potenziale che non ama il Pd. Era già successo quando ha deciso di far cadere il governo Draghi: per il Paese non è stato un bene, dal punto di vista degli interessi del suo partito sì. Legittimo ma discutibile».

Letta però non si dà per vinto e continua a insistere, sbaglia?

«Il segretario si è più volte cimentato nel tentativo di ricucire, ma se dopo 7-8 volte che hai corteggiato una ragazza quella ti dice sempre no è meglio smettere e passare ad altri lidi. Secondo noi sarebbe stato utile ricomporre l`alleanza del Conte2, ma non è che si può inseguire in eterno. Noi adesso faremo la nostra strada e magari ci rincontreremo più avanti».

Per altri lidi intende Terzo Polo?

«Noi abbiamo sempre aperto sia agli uni che agli altri, il fronte per noi può ricompattarsi. Ma pure qui: riceviamo solo dinieghi. Ripeto, ora è tempo che il Pd faccia le sue battaglie su sanità pubblica, aumento dei salari, aiuti alle famiglie. Un terreno comune sul quale le opposizioni avranno la possibilità di ritrovarsi»


Ne Parlano