«È grave l`attacco di La Russa al Quirinale. Sono preoccupato anche per i toni da “arringa popolo” della premier Giorgia Meloni». Graziano Delrio, cattolico dossettiano, presidente dem della commissione Schengen, alla premier rivolge un appello.
Delrio, il capo dello Stato ha ampliato i propri poteri sconfinando oltre il dettato costituzionale? E il premierato è la medicina per evitare che si ripeta? Lo sostiene il presidente del Senato, Ignazio La Russa.
«È vero il contrario. Il presidente della Repubblica è arbitro. Quando i capi dello Stato hanno preso delle iniziative è stato per salvare il Paese dalle debolezza della politica. Il fatto grave oggi è l`attacco della destra all`equilibrio dei poteri fissati dalla Costituzione».
I poteri di Mattarella vanno ridimensionati e il premierato serve a questo, per la maggioranza?
«Il premierato ridimensiona la figura dell`arbitro. È una riforma sbagliata che non esiste in nessun Paese e che mira a consegnare un ruolo ancillare al presidente della Repubblica».
Come giudica questa mossa della destra?
«È grave l`attacco al Quirinale. La destra sta facendo dei tentativi a volte composti, a volte scomposti, per ridurre il presidente della Repubblica ai minimi termini. Il premierato è l`espressione di una democrazia populista, che si preoccupa solo del contatto diretto tra il capo e il popolo. È il riflesso autoritario che scatta nella destra».
Nessuna apertura quindi da parte del Pd?
«Se la maggioranza volesse ragionare sul rafforzamento dei poteri del presidente del Consiglio e sulla stabilità dei governi, lo spazio ci sarebbe, ispirandosi ad esempio al modello tedesco».
Lei è preoccupato di questo?
«Sono preoccupato. Non solo per la riforma costituzionale, ma anche perché vedo una premier che polemizza personalmente con i leader dell`opposizione, che attacca scrittori e influencer, che usa insomma il suo ruolo non come dovrebbe un rappresentante delle istituzioni, ma come una “arringa popolo”. Il presidente del Consiglio rappresenta tutti gli italiani. Pensi se Aldo Moro o Alcide De Gasperi avessero usato quei toni verso i loro avversari politici. Chi riveste ruoli istituzionali non può buttarsi nella mischia e aggredire, a meno di non ispirarsi a Trump e a Orban. C`è un salto di qualità nello scontro del governo con le opposizioni».
Colpa della campagna elettorale per le europee del 9 giugno?
«La campagna elettorale per le europee non deve portare nel fango le istituzioni. Faccio un appello a Meloni: si fermi, perché così non va bene».
Neppure nel fronte del centrosinistra c`è un buon clima. Conte si accredita come leader dell`opposizione e attacca il Pd.
«In un momento così serio, in cui c`è una aggressione della destra agli equilibri costituzionali e le istituzioni sono trascinate dentro la lotta politica, non polemizzo con Conte. Però vorrei ricordare che
qualche lezione dal passato dovremmo averla appresa. Nello scorso anno, abbiamo regalato la maggioranza al Senato a questo centrodestra, proprio perché noi progressisti non eravamo uniti».
Quindi quale è la lezione che anche il leader grillino dovrebbe imparare ? E quale è il futuro del centrosinistra?
«Più che continuare a scavare fossati, sarebbe il caso di costruire ponti per evitare di bagnarsi. Serve una coalizione larga costruita su un progetto per l`Italia».
L`investitura di Prodi a Schlein come federatrice dei progressisti è stata intempestiva, visto come l`ha presa Conte, respingendo qualsiasi ipotesi di federarsi con il Pd?
«No. L`idea del federatore dei progressisti è stata lanciata da Castagnetti nel convegno dei cattolici democratici, perché può servire a unire le forze politiche e sociali . Ma decidere di nomi non è urgente. Lavoriamo al progetto di una coalizione di governo senza gelosie personali».
Sempre con 5Stelle? Ma anche con Renzi, con Azione di Calenda, con +Europa, con Avs?
«Certo. La coalizione si salda sui temi concreti, contro un governo che fa la guerra ai poveri. Con tutti quelli che sono disponibili a rappresentare una alternativa al governo. Chi è dentro e chi è fuori lo decidono i contenuti, non le pagelle dei media».
Meloni pensa di candidarsi alle europee, dovrebbe farlo anche Schlein?
«Dobbiamo mettere in campo tutte le migliori energie che abbiamo. Schlein deciderà. È una sfida decisiva per gli Stati Uniti d`Europa, per una politica fiscale, estera e di difesa comuni».


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