Quando c`è stato da andare controcorrente l`ha fatto, in particolare sulle unioni civili, contestando la stepchild adoption e costringendo il governo a
ridimensionare la riforma. Ma Rosa Maria Di Giorgi, cattolica e vicepresidente del Senato, chiuse le battaglie di principio è tornata rigorosamente nelle fila renziane.
Presidente Di Giorgi, c`è il rischio di un fallimento irreversibile per il progetto di Renzi?
«No. Ci sono tutte le premesse per proseguire il lavoro avviato da Matteo prima e Gentiloni poi. Abbiamo approvato una quantità enorme di riforme: diritti civili, lavoro, scuola e spettacolo. Proseguiremo su questa scia».
Però la difficoltà resta massima…
«Non sono così d`accordo. Questa legge elettorale ci proietta tutti nella logica di una coalizione. La sinistra dovrà dimostrare responsabilità sulle alleanze, altrimenti sarà il solito spezzatino perdente».
Dopo le edizioni pro rottamazione, stavolta la Leopolda sarà di mediazione. Non è un paradosso per Renzi?
«Fare politica significa leggere al meglio il periodo storico in cui si vive. La rottamazione ha dato una grande spinta per innovare l`Italia. Adesso siamo
in una fase diversa: dobbiamo battere una destra xenofoba ed il populismo. E servono rispostediverse, con alleati a sinistra».
Renzi invita a recuperare lo spirito della Leopolda delle origini…
«Gli uomini e le donne che hanno animato questa kermesse sono arrivati a governare questo Paese. La Leopolda di un tempo non ci può più essere, perché molti di quegli obiettivi li abbiamo raggiunti. Ora, per ripartire forte, chiudiamo la legislatura approvando ius soli e la legge sul fine vita: ce lo chiede la nostra gente».