‘Ampliare la missione anti terrorismo nel Mediterraneo, così più navi per il pattugliamento’
La Nato intervenga nel Mediterraneo contro gli scafisti. Il ministro della Difesa, Roberta Pinotti, vuole potenziare ‘Active Endeavour’, la missione nata dopo settembre contro il terrorismo che potrebbe essere «rinnovata e ampliata in modo che il pattugliamento sia svolto sempre di più sia dall`Unione europea, sia dalla Nato».
La Nato in campo, anzi in mare, per controllare l`immigrazione. Contro scafisti e possibili terroristi infiltrati sui barconi. Il ministro della Difesa, Roberta Pinotti, vuol potenziare ‘Active Endeavour’, la missione anti-terrorismo della Nato nel Mediterraneo che potrebbe essere «rinnovata e ampliata in modo che il pattugliamento sia svolto sempre di più sia dalla UE, sia dalla Nato». Reduce dal tour de force che l`ha portata in India al capezzale del marò Massimiliano Latorre colpito da ischemia, ai funerali degli equipaggi dei Tornado e al vertice Nato in Galles, il ministro traccia un bilancio con Il Messaggero. «Putin non è il nemico di domani – avverte – L`Italia lavora perché il dialogo con la Russia possa riprendere». Il Califfato invece è «una minaccia di fronte alle nostre coste». In Italia rattrista l’anti-militarismo «becero di certe scritte vergognose che ho visto nella mia città, Genova: `Non sono Tornadi! Meno 4`». Quanto alle rivendicazioni salariali delle forze dell`ordine, «è tutto un equivoco, avevamo già affrontato il problema ma certi toni sono fuori luogo e non aiutano».
Ministro Pinotti, cambia la filosofia sull`immigrazione? Non andremo più a soccorrere gommoni appena compaiono sui radar?
«Frontex deve trasformarsi nei compiti e nelle risorse. Ma si potrebbe anche ampliare la missione Nato `Active Endeavour`, che ha una funzione anti-terrorismo».
 L`ha già proposto agli alleati?
 «Lo farò nei prossimi giorni. Ne ho parlato col Capo di Stato Maggiore della Difesa, ammiraglio Luigi Binelli Mantelli. Sono tutte missioni alle quali continueranno a partecipare unità italiane, a condizione che sia risolta la questione dei nostri fucilieri trattenuti in India, ma che non saranno più completamente a carico nostro. Anche Mare Nostrum aveva, oltre al compito del soccorso in mare, quello di combattere scafisti e infiltrazioni terroristiche. L`ipotesi che studiamo è il pattugliamento dei mari da parte della Nato. Frontex non basta, rinnovando il mandato di Active Endeavour si può allargarne la partecipazione navale».
La Nato alle prese con il Califfato islamico a Oriente e la crisi ucraina a sud-est. Si può parlare di due fronti aperti, uno con la Russia?
«Non vorrei dire con la Russia. Non abbiamo mai sottovalutato il problema dell`integrità territoriale ucraina, abbiamo partecipato alle decisioni sulle sanzioni a Mosca, ma va riannodato il dialogo. Non è la Russia il nemico del domani. Oggi dobbiamo mostrare una posizione forte sulle invadenze che non possono essere accettate. Al tempo stesso, però, lavoriamo perché il percorso fatto con la Nato in questi anni intavolando con la Russia un dialogo aperto possa riprendere. La Nato deve mettere a punto una forza d`intervento rapida e molto flessibile, più che avere basi definite a Est che possono esser viste come provocazioni. Mi auguro che il cessate il fuoco abbia uno sviluppo che porti a una de-escalation. Abbiamo partecipato al pattugliamento marittimo, ma quando ci è stato chiesto di partecipare alla sorveglianza dello spazio aereo, la mia decisione è stata quella di inviare aerei di rifornimento, non intercettori. Non si può avere una posizione di rottura da cui non si torna indietro».
Putin e il ‘Califfo nero’ Al Baghdadi non sono sullo stesso piano?
 «Per niente. Sono due situazioni completamente diverse. Non è accettabile un atteggiamento di prevaricazione verso gli Stati baltici o l`Ucraina, ma è diverso il livello del rapporto con chi pensa di utilizzare strumenti che non sono neanche rapportabili, per quanto sono efferati e feroci».
Il presidente Obama vuole smantellare l`Isis. L`Italia parteciperà?
«Le Commissioni parlamentari hanno già votato ad ampia maggioranza di mandare aiuti umanitari ma non solo, anche armi. Lo si è deciso dopo che il viceministro agli Esteri, Lapo Pistelli, fra i primi ad andare sul campo a Erbil e Baghdad, mi ha telefonato mentre era in discussione la riforma del Senato dicendomi: Roberta, servono aiuti umanitari, ma anche armi e aiuti militari. E noi abbiamo dato una risposta seria, mandando armi leggere e anti-carro, quello che ci veniva richiesto. Siamo disponibili a dare in futuro alle forze armate irachene e curde addestratori universalmente riconoscíutí per la loro bravura, e aerei da rifornimento. Abbiamo combattuto per 12 anni ín Afghanistan, a maggior ragione ora che quel pericolo di fondamentalismo lo abbiamo davanti alle nostre coste!».
In Galles, Renzi ha detto che le spese per la difesa dovrebbero essere escluse dal patto di stabilità. Un provocazione?
«Nessuno se l`aspettava, ma è tutt`altro che fuori dalla realtà, specie se riferita agli investimenti. I ministri della Difesa della Nato hanno spesso fatto la stessa richiesta. Se pensiamo che l`Isis sia un pericolo concreto e non uno scherzo, quella di Renzi non è certo una boutade. Le forze armate operano ogni giorno per la sicurezza dei cittadini, anche se i cittadini spesso non lo percepiscono. In Libano come nelle alluvioni. Io sono genovese e la spending review sono abituata a farla da bambina, ma quando la comunità internazionale vuol ricostruire uno Stato `fallito` comincia dalle forze di sicurezza e di polizia. Ci vuole più riconoscenza verso questi uomini e donne che fanno un lavoro pericoloso».
È appena stata ai funerali degli equipaggi dei Tornado…
«Chi muore durante un`esercitazione è come se morisse in missione. Sono stata purtroppo la prima ministro donna ai funerali della prima donna morta delle Forze armate. Quei piloti e navigatori erano persone straordinarie, l`ho capito dal pianto dei ragazzi dello stormo. E trovo vergognosa l`ingiuria sui muri di Genova: ‘Non sono Tornadi! – 4’. E incredibile che possa esistere un anti-militarismo così becero di fronte a quattro persone morte nel fiore degli anni».
A Roma sono apparse scritte contro i carabinieri, ‘Sbirri assassini, pagherete anche Napoli’, per il carabiniere che ha sparato a Napoli…
«Ha sparato, ci sarà un`indagine per omicidio colposo. Ma stava inseguendo quel ragazzo che noi piangiamo, come sempre quando muore un 17enne, che però stava scappando. È inconcepibile innescare l`odio verso le forze dell`ordine. Il primo a piangere e dispiacersi è il carabiniere per il colpo che gli è partito durante un`azione. Il dolore è atroce, per la madre e per Napoli, ma anche per tutte le forze dell`ordine».
La magistratura indiana decide domani sul rientro in Italia di Latorre? È fiduciosa?
«Parlarne non serve. Il governo non ha dimenticato i marò. Io ho presente questo problema ogni giorno. Stiamo cercando un`interlocuzione tra governi, necessaria prima di aprire il contenzioso internazionale, c`è un nuovo esecutivo in India e in breve capiremo se è possibile».
 La figlia di Latorre, Giulia, dice che questa Italia le fa schifo.
«Ha due anni meno della mia primogenita. E un padre che non vede da due anni e mezzo. Ci vuole comprensione. Ne ho meno per le speculazioni politiche».
 Come giudica la protesta salariale delle forze dell`ordine?
«Tutto nasce da un grande equivoco. Il ministro Madia aveva parlato di possibile mancanza di risorse per il rinnovo dei contratti. Io e il ministro Alfano stavamo lavorando invece a sbloccare il congelamento degli stipendi deciso 4 anni fa da un altro governo. C`è chi ha assunto ruoli di grande responsabilità andando a guadagnare meno delle persone che dirige. In ogni organizzazione questo non va bene. Avevamo lavorato per reperire risorse interne attraverso dei, risparmi, e le rappresentanze militari e i sindacati lo sapevano. Prima di dire parole fuori luogo è buona norma cercare un confronto».

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