“Da quando è iniziata la staffetta 12 giorni fa, sono già 4 le donne uccise per mano di un uomo cui erano legate da relazione amorosa. Oggi l’ennesimo omicidio consumato tra le mura domestiche è successo in un appartamento alla periferia di Torino, dove una donna è stata trovata in casa senza vita. La donna, Diana Gogoroia, moldava di 36 anni, da tempo residente in Italia è stata trovata nel letto con la gola tagliata, mentre il suo convivente Antonio Missud, 51enne con precedenti per minaccia e violenza a persone, è stato trovato in una stanza vicina, impiccato. Gli inquirenti ritengono che si possa trattare di un omicidio suicidio con al centro il fattore gelosia. La donna era appena rientrata da un viaggio da sola”.
Così la senatrice del PD Nerina Dirindin nel suo intervento di fine seduta continua la staffetta contro il femminicidio a cui finora hanno aderito cinquanta senatrici e senatori, per ricordare ogni donna che verrà uccisa per mano di un uomo a cui è stata legata da relazione amorosa.
“Sui media – sottolinea Dirindin – la violenza sulle donne è quasi sempre descritta come frutto di motivi passionali Si tratta di una rappresentazione falsata della realtà. Il femminicidio è quasi sempre l’estremo risultato di una serie di comportamenti violenti di lunga data. Con la legge 119 del 2013 di contrasto alla violenza di genere, in attuazione della Convenzione di Istanbul, il nostro paese ha riconosciuto la violenza sulle donne come violazione dei diritti umani e discriminazione di genere, per questo è stato proposto e approvato un piano contro la violenza sulle donne. E nel frattempo sono stati rafforzati strumenti di protezione, per garantire maggiore sicurezza alle donne minacciate. Bisogna però monitorare che queste misure funzionino e che il piano sia attuato”.
“Per questo – conclude Dirindin – rivolgo un appello alla ministra per le Pari Opportunità e al Governo tutto: si monitorino l’applicazione, i pregi e i limiti della legge 119/2013, e soprattutto si dia piena e accurata attuazione al piano contro la violenza; Un appello ai media: si smetta di giustificare gli assassini e di colpevolizzare le donne; Un appello al Paese, uomini e donne: sono 160 le donne uccise ogni anno, non possiamo più accettare questa mattanza”.