“Il capogruppo di Fdi nel consiglio regionale delle Marche ha espresso una posizione sulla legge 194 a dir poco medievale. Il Consigliere Carlo Ciccioli ritiene che una legge dello Stato, confermata da un referendum, che ha salvato la vita a migliaia di donne e creato le condizioni per una maternità consapevole e per l’autodeterminazione, stia promuovendo la ‘sostituzione etnica’ degli italiani con gli stranieri. Parole d’ignoranza: le donne italiane non fanno figli perché questo non è (ancora) un paese per donne e per bambini, grazie proprio alla cultura patriarcale sposata da persone come Ciccioli. Per sostenere il tasso di natalità è necessario promuovere una cultura della parità, della condivisione del lavoro domestico e di cura, di sostegno al lavoro femminile. La 194/78 non c’entra nulla, ha anzi diminuito nel tempo il ricorso all’aborto. Le Marche si avviano a ripercorrere la strada dell’Umbria, vietando la pillola abortiva a domicilio? E’ grave che una Regione disconosca le linee guida nazionali ed è pericoloso spingere le donne negli ospedali, specie in tempo di pandemia. L’interruzione volontaria di gravidanza resta una scelta garantita dalla legge”. Lo dice la senatrice del Pd Valeria Valente, presidente della Commissione di inchiesta sul Femminicidio e la violenza di genere.


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