“Quest’oggi in Commissione Antimafia abbiamo terminato l’audizione del legale della Juventus avvocato Luigi Chiappero. Da quanto emerso, riteniamo che non ci sia alcun elemento che confermi quanto sostenuto dalla Procura Federale, relativamente alla consapevolezza, da parte del presidente Andrea Agnelli, della presunta caratura criminale ‘ndranghetista di Rocco Dominiello. Peraltro, segnaliamo che, da un’intercettazione portata all’attenzione della Commissione durante le audizioni di altri soggetti, emergerebbe invece la conoscenza da parte del presidente delle Juventus della storia famigliare di Dominiello”. Lo dicono i parlamentari del Pd Stefano Esposito e Massimiliano Manfredi.
“A precisa domanda rivolta all’avvocato Chiappero perché spiegasse questo stralcio di intercettazione – proseguono i due parlamentari dem – la risposta è stata che non è un’intercettazione presente negli atti e quindi conosciuta. Confermiamo che, da una nostra verifica sulle intercettazioni trasmesse dalla Procura di Torino alla Commissione, non abbiamo trovato traccia della stessa. Abbiamo quindi chiesto alla Presidente Bindi di verificare presso la Procura di Torino se esistono intercettazioni che non sono state trasmesse, perché risulta evidente che l’eventuale inesistenza di questa intercettazione avrebbe particolare rilievo rispetto alla discussione fin qui avvenuta. Cogliamo anche l’occasione per segnalare un altro fatto che ci ha particolarmente colpito, relativo ad un’altra figura non implicata nel processo penale, tal Grancini, pregiudicato, capo ultrà molto attivo e conosciuto. La Questura di Torino aveva richiesto per lui 8 anni di Daspo, abbiamo appreso dal sito internet del Grancini stesso che, nella giornata di ieri, un giudice del tribunale di Torino ha negato il provvedimento. Evidentemente, pur nel rispetto delle valutazioni del magistrato, risulta evidente come sia necessario riflettere sulle oggettive difficoltà attraverso le quali si muovono le società calcistiche italiane, soprattutto se figure dal profilo criminale come quelle di Grancini possono continuare liberamente ad accedere agli stadi. Spiace rilevare come si continui, da parte di molti, ad avvalorare un’idea di contiguità tra i vertici della Juventus e la ‘ndrangheta, senza minimamente tener conto che nessun tesserato e dipendente della Juventus è chiamato in causa nel processo penale e interpretando in modo strumentale, e a questo punto senza neanche le necessarie verifiche sulle dichiarazioni rese in Commissione Antimafia e su alcuni stralci di intercettazioni. L’unica cosa certa e ammessa dalla stessa società è la violazione delle regole sulla vendita dei biglietti. Finora abbiamo ritenuto di non intervenire pubblicamente su questa vicenda, ma visto che da parte di altri si continua in una campagna mirata ad associare Juventus e ‘ndrangheta, da oggi – concludono parlamentari dem – sarà nostra cura informare correttamente sui fatti e non sulle opinioni e tifoserie, che da questa vicenda dovrebbero rimanere fuori”.