Interrogazione a Lupi e Saccomanni: ‘Sulla Torino-Milano funestata dai cantieri è scattato aumento del 5,27%’
L’aumento del pedaggio del 5,27% sulla tratta Torino-Milano, scattato dal 1 gennaio 2014, appare del tutto ingiustificato, dal momento che si tratta di un pezzo di autostrada nel quale sono in piedi, da tempo, diversi cantieri che rendono la circolazione particolarmente complessa e lenta per gli automobilisti. Né va meglio altrove nella Penisola, tanto da poter giustificare un aumento medio dei pedaggi del 3,9%. Lo denuncia la senatrice del Pd Nicoletta Favero, che ha presentato un’interrogazione rivolta ai ministri dei Trasporti Maurizio Lupi e dell’Economia Fabrizio Saccomanni, con cui chiede, tra l’altro, un ‘rendiconto sugli extra profitti derivanti ai concessionari dalle attività commerciali nelle aree di servizio, quali la ristorazione, la vendita di carburanti e le attività pubblicitarie. Gli extra profitti sono una voce importante di introito per le concessionarie, di cui non si parla mai’. ‘Con la firma dei decreti interministeriali – spiega Favero nell’interrogazione – è scattato dal 1 gennaio un aumento dei pedaggi, in assenza di più dettagliate informazioni, ingiustificato e ingiustificabile. Per esempio, sulla tratta Padova-Venezia il pedaggio passa da 70 centesimi a tre euro: +400 per cento. Per quanto attiene ai concessionari privati gli incrementi sarebbero altrettanto significativi: aumento dell’8,28 per cento sulla Strada dei Parchi in Abruzzo; del 6,26 per cento per l’Autocamionabile della Cisa, del 5,27 per l’autostrada tra Torino e Milano, un cantiere senza fine, del 5 per cento le Autostrade valdostane, così come per le tirreniche e per le Autostrade per l’Italia un aumento del 4,43 per cento. Il meccanismo di rivalutazione delle tariffe appare nel nostro Paese, nonostante gli sforzi compiuti dall’ex ministro Passera, ancora sbilanciato in favore dei concessionari, visto che è parametrato sull’inflazione, sugli obiettivi di efficienza, sul traffico previsto e sulla qualita` del servizio, senza alcuna possibilità di rivalsa dello Stato persino in caso di inadempienze dei concessionari. Per questo si è più volte auspicata l’introduzione del Price cup, per limitare il saggio di crescita dei pedaggi. E per questo – conclude Favero -chiedo ai ministri responsabili quali siano stati i criteri individuati per autorizzare gli aumenti tariffari e di conoscere una serie di informazioni sulle aziende concessionarie: quali opere di ammodernamento hanno realizzato? Sono in regola con il versamento del canone previsto dalle convenzioni, proporzionale ai pedaggi riscossi? Pagano i canoni annui previsti sugli extra profitti generati dalle attività commerciali sul sedime autostradale? ‘.

Ne Parlano