‘Questo progetto europeo è di straordinaria importanza perché ci permette di monitorare l’ingresso delle donne nei luoghi decisionali e gli effetti positivi prodotti dal cambiamento in corso; a quattro anni dall’approvazione della legge 120/2011, i risultati attesi rispetto a un’equa rappresentanza di genere nei cda e nei collegi sindacali sono migliori delle aspettative, le cosiddette quote di genere hanno consentito con una importante gradualità di far partecipare le donne e riqualificare i ruoli apicali nelle grandi società, migliorandone le performance qualitative e produttive, ora dobbiamo saper guardare oltre’.
Lo ha dichiarato la Vicepresidente del Senato Valeria Fedeli intervenendo, a Roma, all’evento di chiusura del progetto “Women Mean Business and Economic Growth – Promoting Gender Balance on Company Boards”, coordinato dal Dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri in collaborazione con l’Università Bocconi.
‘In questa legislatura abbiamo fatto molto per la parità – ha aggiunto Valeria Fedeli – introducendo la doppia preferenza di genere e norme antidiscriminatorie sia nella legge elettorale europea che in quella nazionale, nonché nelle modalità di elezione dei rappresentanti di Camera e Senato e dunque anche nei consigli regionali, a cui sarà legato il nuovo Senato: dunque c’è un percorso per la condivisione delle responsabilità pubbliche tra donne e uomini di cui tutte e tutti dobbiamo essere orgogliosi, ma siccome non c’è nulla di automatico dobbiamo saper affermare sempre di più la cultura europea delle norme antidiscriminatorie’.
‘Ora è necessario intraprendere ancora molte azioni – ha concluso Valeria Fedeli – affinché si condivida fino in fondo l’alto valore di una piena condivisione, tra donne e uomini, dell’esercizio di ruoli e funzioni apicali in tutte le nostre imprese, e per fare il vero salto di qualità che serve spostando l’attenzione dal problema delle quote a quello delle norme antidiscriminatorie. Anche con il jobs act abbiamo fatto un passo in avanti molto importante; io credo che il vero tema della modernità sia il passaggio dalle politiche di conciliazione a quelle della condivisione delle responsabilità anche familiari, per questo trovo fondamentale anche il percorso avviato con il nuovo ddl sul congedo obbligatorio per la paternità, aspetto su cui la Legge Fornero prevedeva un solo giorno ma su cui manca un vero e proprio monitoraggio, e su cui invece proponiamo 15 giorni obbligatori nel primo mese di vita del figlio’.

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