‘Il fenomeno dell’immigrazione meridionale nella Torino a cavallo tra gli anni ’50 e ’60 ha determinato un grande cambiamento che modifico’ la città piemontese una volta per sempre. Un cambiamento la cui forza deriva dall’incontro tra culture diverse. Cavalcare questo tipo di cambiamento può determinare la capacità di inglobare possibili deviazioni ribellistiche in favore di elementi costruttivi.’ Lo dichiara la Vice Presidente del Senato Valeria Fedeli intervenendo, in Senato, alla presentazione del libro ‘Da porta nuova a Corso Traiano. Movimento operaio e immigrazione meridionale a Torino. 1955-1969’.
‘La capacità di leggere le diversità, la capacità di integrazione portano crescita e sviluppo, una lezione che vale ancora oggi’ prosegue Fedeli.
‘Torino resisteva al cambiamento che era in atto, questa resistenza ha portato a importanti ritardi che hanno riguardato anche l’amministrazione e la politica. Il sopraggiungere di quasi un milione di persone dal Nord est e dal Sud, infatti, ha portato una serie di modificazioni nella cultura della classe operaia e della convivenza nella città creando le condizioni per tenere insieme rivendicazioni diverse: diritti in fabbrica e diritti di cittadinanza, un intreccio che cambiò la cultura dell’azione sindacale e dell’amministrazione della città.’
‘La capacità di leggere le diversità, la capacità di integrazione portano crescita e sviluppo, una lezione che vale ancora oggi’ prosegue Fedeli.
‘Torino resisteva al cambiamento che era in atto, questa resistenza ha portato a importanti ritardi che hanno riguardato anche l’amministrazione e la politica. Il sopraggiungere di quasi un milione di persone dal Nord est e dal Sud, infatti, ha portato una serie di modificazioni nella cultura della classe operaia e della convivenza nella città creando le condizioni per tenere insieme rivendicazioni diverse: diritti in fabbrica e diritti di cittadinanza, un intreccio che cambiò la cultura dell’azione sindacale e dell’amministrazione della città.’