La creazione di un Piano Nazionale d’Azione contro razzismo, xenofobia e intolleranza è senz’altro un’ottima notizia. La novità del Piano risiede nel suo approccio integrato e multidisciplinare per mettere appunto una strategia che coinvolga anche parti sociali, enti ed istituzioni. I dati della relazione dell’Ufficio Antidiscriminazioni razziali resi noti oggi parlano 1.283 casi di discriminazione, di cui oltre la metà ha riguardato episodi di tipo etnico-razziali. A questi si aggiungono anche 30 casi di discriminazione religiosa o per convinzioni personali. Si tratta di forme di intolleranza che vanno combattute lavorando, da subito, su tre i punti: stereotipi, linguaggio, educazione. E ciò a partire dalla famiglia e dalla scuola dove tali stereotipi iniziano a radicarsi fino a diventare idee stabili. Dunque per prevenire fenomeni di violenza è necessario analizzarne le cause strutturali individuando azioni d’intervento mirate. In questo senso il Piano presentato oggi dalla Ministra per l’Integrazione Cécile Kyenge e dalla Vice Ministra del Lavoro con delega alle Pari opportunità Maria Cecilia Guerra – che prevede un monitoraggio delle situazioni di criticità e delle buone pratiche accompagnato da serie azioni d’intervento – è un importante punto di partenza.

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